Ascoli Benevento, stavolta non è colpa di Ninkovic

L'analisi. L’ennesimo errore individuale costa due punti nel recupero ai bianconeri

Amato Ciciretti, fantasista dell'Ascoli (Foto LaBolognese)

Amato Ciciretti, fantasista dell'Ascoli (Foto LaBolognese)

Ascoli Piceno, 30 marzo 2019 - In genere sono tre indizi a fare una prova. Ed è per questo che ormai, di prove, ne abbiamo messe nell’archivio talmente tante che saremmo stucchevoli nel doverle ancora una volta elencare. Vivarini e l’Ascoli che ha sapientemente costruito non hanno nessuna idea di come traghettare un risultato positivo quando la febbre inizia a salire negli ultimi minuti. E’ brutto, triste e anche scomodo dirlo, ma ormai la statistica toglie qualsiasi certezza anche al più fiducioso degli addetti ai lavori. E questo è un dato assolutamente da brividi, da brividi. Perché nelle ultime partite serviranno nervi, organizzazione, fisico e fiato per portare a casa i punti che serviranno (perché serviranno!) per permettere ai bianconeri di festeggiare la salvezza. L’Ascoli non ha ossigeno o non ha il piano partita per difendersi dagli attacchi degli ultimi minuti degli avversari, ma non stiamo scoprendo l’acqua calda se vi continuiamo a dare la nostra opinione su questo evento. false Quello che ci risulta, crediamo, più interessante, è focalizzare i punti forti di questa squadra, quelli che l’Ascoli deve usare, assolutamente, per uscire da questo tunnel che sembra essere senza uscita. Giocare discretamente, non vincere, uscire recriminando. La formula magica per trovarsi nelle ultime giornate in una zona di depressione assoluta. Eppure, oggi, prima di Padova, dopo i fischi (meritati) della Curva Sud, l’Ascoli ha delle istantanee da cui ripartire: dal liderismo di Valentini (non dalle invettive – contro chi non sappiamo – al momento dell’uscita dal campo), dalla capacità di Ardemagni di trasformare in gol la rabbia, di come Ciciretti – se inserito nel contesto giusto – possa incidere palla in gioco o a palla ferma. Da Lanni, che è tornato e può tranquillamente sentirsi titolare di questa squadra perché è il campo che lo ha eletto tale. E dal fatto che questa squadra può giocare a calcio bene, accarezzando il risultato da tre punti, anche senza Ninkovic. E che questa squadra può essere rimontata allo stesso modo, negli ultimi minuti, per errori individuali (oggi, gravissimo, quello di Laverone), anche senza Ninkovic. Servendo sul piatto della vendetta i suoi più grandi detrattori. Per questo, dopo Padova, ci auguriamo che Ninkovic, Ciciretti ed Ardemagni possano tornare, tutti assieme, sul prato verde. Poco da dire: sono questi tre i giocatori che porteranno (perché possono farlo) l’Ascoli alla salvezza. E’ bene capirlo. Ed accarezzarli con cura.