Brescia Ascoli 1-0, sipario ed applausi. Solo applausi

La sconfitta di Brescia chiude la stagione

Mister Vivarini

Mister Vivarini

Ascoli, 1 maggio 2019 - Scende il sipario. Ed è questo, solo questo, il momento in cui tutti hanno il dovere di applaudire questa squadra, questo staff tecnico, questa società. Di scontato, in questa salvezza, non c'era assolutamente nulla. E per questo motivo salutare la permanenza in serie B con largo anticipo e osservando giocare un calcio piacevole, non può che essere un fattore di merito per l'Ascoli Calcio 1898 FC. E allora, la sera in cui il Brescia, una squadra che nello scorso campionato si è salvata all'ultimo secondo dell'ultima partita, proprio al Del Duca, festeggia la promozione in serie A (che presumibilmente arriverà assieme a quella di una neopromossa, il Lecce), sono due e solo due le valutazioni che ci piace fare. Ascoli si è dimostrata, quest'anno, piazza autolesionista al massimo delle proprie potenzialità. Dentro e fuori dallo spogliatoio. Perché ha trasformato in mostro Ninkovic, il giocatore più forte che abbiamo visto in bianconero dai tempi dell'era-Giampaolo, andandolo ad etichettare quando serviva solo sostenerlo. Perché si è divisa, ancora una volta, tra chi è tifoso e chi è antagonista dell'allenatore, un tecnico capace di impostare una squadra piacevole che si è fatta rimontare troppe volte, troppe volte e lo ribadiamo, troppe volte.

Si è divisa in guelfi e ghibellini quando non serviva a nulla, farlo. Lo ha fatto per questioni di calcio solo apparentemente. Perché troppo spesso il vento ha soffiato contrariamente al progetto di questa nuova società strizzando l'occhio a situazioni "vecchie" e ormai scadute. E certe voci, che peraltro qualcuno continua a imboccare ed imbeccare per mettere i bastoni tra le ruote ai nuovi proprietari, sono sempre pronte a disturbare un processo di crescita che, almeno fuori dal campo, è andato cento volte più veloce di quello che è accaduto in campo. Oggi l'Ascoli ha una convenzione col Comune per lo stadio, uno store che i tifosi hanno sempre sognato (e uno store online), ha idee marketing non per forza innovative ma comunque situazioni che la fanno stare al passo coi tempi. Manca di una cosa, se ci è permesso dirlo: raccontare le storie degli uomini che la compongono agli uomini che la sostengono. Perché è vero che conosciamo tutto degli anticipi di Brosco e Valentini, dei dribbling di Ninkovic, dei gol di Ardemagni, del tempismo di Troiano. Ma non conosciamo per nulla Riccardo, Nahuel, Nikola, Matteo, Michele e tutti gli altri, Vincè (inteso come Vivarini) compreso. E' nel patto di sangue tra la gente che la sostiene e la gente che scende in campo, negli anni, che l'Ascoli ha tratto la propria forza maggiore. Un patto di sangue. Anche negli occhi. Anche quando serve difendersi per difendere il risultato. E ci piace poter pensare che nell'era dei social sia sempre la birra seduti fuori dal bar, insieme, ad essere il cemento più solido per costruire una casa futura fatta di ambizione e vittorie. Un'ambizione che probabilmente quest'anno avrebbe potuto portare almeno a giocarseli, i playoff. Dai Ascoli, hai un mese di vantaggio rispetto alle altre, a tante altre, per pianificare il prossimo campionato. Non serve molto, il campo lo ha dimostrato. Non sprecare questo tempo...