Ascoli Calcio, che peccato non essere al Del Duca

I bianconeri ottengono la seconda vittoria consecutiva con un’ottima prestazione contro la squadra di Brocchi

Il gol di Saric in Ascoli Monza (LaBolognese)

Il gol di Saric in Ascoli Monza (LaBolognese)

Ascoli, 10 aprile 2021 - Dispiacere. Rammarico. Un velo di tristezza. Non avete sbagliato pagina o cliccato sul link di tre mesi fa. No. La data è 10 aprile 2021. Siete nel posto giusto al momento giusto.

Ascoli Monza 1-0, il Picchio continua la risalita

VOYEUR. Ma non avete la stessa nostra reazione emotiva archiviando la seconda vittoria “da Ascoli” in cinque giorni? Sono due settimane che viviamo, tutti, con lo spauracchio della retrocessione diretta “annunciata”. E in cinque giorni, invece, il mondo si è rivoltato. In campo, non definitivamente, per carità, perché la classifica è quanto di più razionale possiamo osservare. In questo momento i bianconeri giocherebbero i playout e quindi sarebbero ancora nel limbo della piena roulette russa. Però, pensateci bene, non vi dà dispiacere, rammarico e tristezza non poter tornare a casa, senza voce, senza energie, con l’adrenalina a duemila, con le sciarpe e le bandiere provate da altri novanta minuti di emozioni e sofferenza, con la possibilità di dire al vostro vicino di posto, allo stadio “te l’avevo detto io che prima o poi Saric…”. Ecco, oggi, nel giorno in cui l’Ascoli di Sottil continua a confermarsi in corsa (e che corsa!) per la salvezza, il velo di malinconia e un pizzico di depressione ci assale proprio perché cavolo, ci piacerebbe (a tutti!) viverla lì, in prima linea, assieme ad un gruppo di ragazzi che non ha mai sentito un boato della Curva Sud – perché questa è la realtà, purtroppo -, questa difficile, lunga, estenuante, lotta salvezza. E invece dobbiamo accontentarci dell’essere “voyeur calcistici” quando invece, per definizione e storia, è in prima linea che il popolo piceno si è guadagnato onori, rispetto e risultati.

CINQUANTA. Già i risultati. Sono quelli che servono alle squadre nella condizione in cui è l’Ascoli. Risultati che arrivano nel modo più razionale e convincente, se si considera che non puoi pensare di avere la meglio di un avversario che mette in campo, in novanta minuti, gente come Diaw, Maric e Balotelli, coi primi due che toccano quota 50 (e più!) gol dall’inizio della scorsa stagione ai quali si aggiunge il terzo che non è mai un cliente comodo. Il modo in cui i bianconeri trattengono il fiato dal cross di Sampirisi per Frattesi al cross di D’Orazio per Saric, dà la consapevolezza a tutti, nessuno escluso, che c’è una ed una sola certezza in questo finale di stagione. Devi essere bravo nei dettagli. Quelli decidono se vivrai o morirai. Calcisticamente, s’intende. E allora. Elogi a Leali e Saric, dovuti. Elogi a Brosco ed Avlonitis, altro clean sheet da festeggiare. Ma concedeteci, prima di fare una sosta del tempo necessario a spegnere 300 candeline per Mirko Eramo, di accendere i riflettori su due là davanti.

CARBONARA. Uno è scontato, è Federico Dionisi. Il giorno in cui capisce che è difficile, se non impossibile, avere palloni buoni negli ultimi sedici metri, cambia sceneggiatura. E la dà di prima a chiunque prosegua la corsa. Mette Bidaoui nell’area piccola. Vede con la coda dell’occhio Sabiri. Libera Cangiano. Con classe e tempi di gioco. Un po’ come quando in assenza della carbonara, lo chef ti porta il miglior piatto di spaghetti alle vongole della vita. Lo rifiutereste? Come dite? Su chi accendiamo i riflettori davanti? Ma l’avete vista che partita ha giocato Cangiano? Ogni tocco di palla, una conferma. Solo cose intelligenti. Sempre cose intelligenti. Mettiamo una fiche su di lui, in queste ultime partite di questo campionato. Con un velo di tristezza, di rammarico e un po’ di dispiacere. Perché oggi sarebbe stato veramente bello esserci, al Del Duca...