Dai Ascoli, vai a Pisa a giocarti i playoff!

La quarta vittoria consecutiva mette una seria ipoteca alla salvezza. E se Pisa fosse una trasferta decisiva in chiave spareggi?

Michele Cavion (Ascoli)

Michele Cavion (Ascoli)

Ascoli, 18 luglio 2020 - Ce la facciamo a recuperare cinque punti in tre partite? La logica dice ovviamente che no, non è possibile. Eppure oggi a 50 c’è il Pisa e proprio a Pisa i bianconeri dovranno giocare tra due partite. Non serve essere maestri della matematica per capire che adesso, mai come adesso, c’è la possibilità di sognare. HORROR. Avete fatto caso ad un aspetto? I recuperi delle partite post-Covid sono, per forza, più corposi di quelli del pre. Più cambi, più minuti da giocare. E l’Ascoli, con Dionigi, non dà un minimo segno di cedimento. Corre e fa le scelte giuste. Muove la palla con lucidità. Ha gamba e neuroni. E’ sempre in partita, contro chiunque. Sfrutta ogni minima possibile risorsa dei giocatori che ha in rosa. L’Ascoli, quello di oggi, è una squadra che deve maledire la fine del campionato. Un campionato che, parliamoci chiaramente, nelle due partite della gestione Abascal aveva preso tutte le sembianze del peggior film horror della storia bianconera. Invece no. SGAMATO. Invece Dionigi ha rimesso in piedi, grazie anche al lavoro del diesse Bifulco (t’abbiamo “sgamato” eh, direttò! Ti sei stirato scattando a fine partita verso il mucchio dei giocatori che esultavano!), un gruppo di giocatori su cui in molti – e va detto, anche noi – avevano dubbi, specie sulla capacità di tirare fuori il carattere nei momenti più difficili. Quelli in cui si decide la lotta salvezza. Ora, che la lotta salvezza non è decisa ma pesantemente indirizzata, con quattro vittorie consecutive, ci troviamo a maledire il gol fallito da Ninkovic a Venezia e qualche battuta d’arresto di troppo con la testa troppo bassa per essere una testa ascolana. MICHELE. Con un uomo in copertina, a cui chiediamo scusa per non aver detto prima quanto stiamo per dire: vuoi essere da Ascoli? Segui Michele Cavion. Re del sacrificio e della qualità. Della corsa e della lingua corta. Della semplicità e delle giocate decisive. Del tempismo e della concretezza. Uno che non deve parlare per avere la copertina. Ad inizio stagione c’è sempre qualcuno “migliore di lui”. A fine stagione, no. Mai. Ogni anno si riconquista, centimetro dopo centimetro, il suo posto, il primo posto, nella graduatoria dei centrocampisti bianconeri. Che sanno fare tutto. Che aiutano tutti. E che sono decisivi anche quando non finiscono sul tabellino, servendo assist come quello a Diogo Pinto (che golazo!). Scusaci Michele. E peccato. Finisse dopo Ferragosto questo campionato, altro che alba in spiaggia la notte tra il 14 e il 15. L’alba, il popolo bianconero, l’aspetterebbe festeggiando in Piazza del Popolo. Peccato, ‘sto campionato finisce troppo presto…