Ascoli Calcio, che festa per i 120 anni. Mazzone sotto la Curva

Il mister più amato dalla tifoseria del Picchio partecipa all'evento prima di Ascoli-Padova

Da sinistra: Tosti, Mazzone e il presidente Pulcinelli (Lapresse)

Da sinistra: Tosti, Mazzone e il presidente Pulcinelli (Lapresse)

Ascoli, 10 novembre 2018 - Carlo Mazzone passeggia. Ogni tanto si volta, mentre percorre il rettilineo che ai suoi tempi era travestito da pista di atletica. Si volta e dietro di sé trova solo gente che lo saluta. E applaude. Fa qualche passo. E la gente dietro continua a salutarlo. Ed applaudire. Arriva dalla Curva Sud alla Curva Nord. E la gente oltre agli applausi gli dedica un coro. Diversi, sotto la Sud. Altrettanti, sotto la Nord.  

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La passeggiata carica di emozioni, groppo alla gola, pathos, partite in mente e sugli almanacchi, termina quando la gara Ascoli-Padova inizia e uno dei busti in tuta (per gli allenatori) o maglia bianconera (per i giocatori) della storia bianconera riproposti dalla muraglia umana dei tifosi della Curva Rozzi si scopre dedicato anche, ovviamente, immancabilmente, sicuramente, giustamente e imperituramente dedicato a lui. Prima di lui, era toccato a Scorsa, Moro, Lorieri e Giordano essere accolti e svelare in anteprima la maglia ufficiale “limited edition” con laccetti, colletto, stemma attuale e numero in rosso, dedicata alla giornata del 120/o anniversario. Salutati anche altri ex in tribuna, la festa del prepartita ha avuto un significato particolare. Perché i Nerkias hanno riproposto dal vivo gli inni della storia. E c'era anche il maestro Enzo Titta con la Corale Polifonica Cento Torri quando si è tornati a cantare il suo, di idillio per i colori dell'Ascoli.

ASCOLI PADOVA_34911149_174754 Insomma, una festa in tutte le dovute salse, con gli sbandieratori della Quintana a fine primo tempo a dedicare la loro coreografia con bandiere dedicate all'evento e il “Viva Ascoli” a chiudere la loro esibizione. Tutto condito dal sorriso, dalla fierezza, dalla voglia di fare del patron Massimo Pulcinelli che sembrava avere otto, dieci, venti controfigure, trovandolo dappertutto con l'ormai nota energia. E poi, il presidente Tosti e il socio Ciccoianni regalano la maglia dei 120 anni ai familiari di Costantino Rozzi, più volte ricordato, e ci mancherebbe. Perché nessuno sarebbe stato al Del Duca, oggi, senza di lui.

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Sottolineati tutti gli eventi, ci sentiamo di fare un distinguo. In campo, sono scesi totem del calcio ascolano come Mazzone, Giordano, Lorieri, Scorsa e Moro. Giocatori e un allenatore che, come diciamo sempre, sono quei pochi che la storia la scrivono affinché tutti gli altri possano leggerla. E i cori a loro dedicati, gli applausi scroscianti, gli omaggi sono stati da brividi. Soprattutto dalla Curva Sud. E chi c'era in curva Sud, oggi? Ragazzi, quasi esclusivamente ragazzi. Gente che Mazzone, Lorieri, Scorsa, Moro, Giordano non ha (per ovvi motivi) mai avuto modo di vederli, sostenerli, applaudirli dal vivo. Appartengono alla storia. Ad una storia che, oggi, coinvolge giovani di un territorio che hanno una nuova responsabilità, insieme ai giocatori e agli allenatori attuali. Tramandare un messaggio e l'amore per una maglia, affinché tra cinquant'anni i loro figli, i loro nipoti, possano tributare gli stessi applausi e gli stessi cori, si spera, ad un'altra generazione di protagonisti. Perché c'è una cosa sola, uguale l'altro ieri, ieri, oggi e lo sarà domani. Quella maglia con quello stemma.