Dai, ora potete dirlo. Lo sapevate. Troppe variabili si sono date appuntamento, oggi, al Del Duca. La festa prepartita, che da sempre porta male (è statisticamente provato!) ai colori bianconeri. E Foscarini, altro gatto nero (sportivamente parlando) che ha confessato di aver sorriso quando, sapendo di andare ad allenare il Padova, ha visto che la prima partita sarebbe stata contro l'Ascoli. E allora, di cosa parliamo? Di come i cuori abbiano battuto forte e all'unisono ne abbiamo già parlato nella cronaca della festa. Che partita è stata? E' stata la partita di un portiere, Perisan del Padova, che ha semplicemente deciso che per prendere 4 gol (quelli che servivano all'Ascoli per farne uno in più dell'avversario) i bianconeri avrebbero dovuto giocare e tirargli per altre sei ore e altre 533 volte. Allora forse, forse, il Picchio ce l'avrebbe fatta a perforarlo. Ci sta. Piuttosto, c'è un paragone tra questa partita ed una del passato che, incredibilmente, viene a galla. I bianconeri giocavano un calcio sbarazzino, con un allenatore abruzzese, a metà classifica e con non troppo celate ambizioni di capire se un giorno avrebbero potuto pronunciare la parola “playoff”. E' il marzo del 2005 e l'Albinoleffe vince 3-2 al Del Duca una partita che l'Ascoli domina in lungo e largo, che gioca benissimo, in cui colleziona almeno dieci occasioni da gol. Perdendola per alcuni episodi. Quella squadra era allenata da Marco Giampaolo, abruzzese come Vivarini. E se l'è giocata fino alla fine, come ha fatto oggi l'Ascoli di Vivarini. Sappiamo tutti come andò a finire. Sappiamo anche come andrà a finire, purtroppo, se non si interverrà sul problema portiere: Perucchini, stavolta, è stato discreto tra i pali, compiendo due belle parate. Ma un portiere è anche, anzi soprattutto, il rappresentante dell'unico posto del mondo dove la dittatura può essere accolta: l'area di rigore. In area di rigore deve comandare sempre e solo lui. Non ci devono essere altre soluzioni. E invece no. Ancora una volta, nell'area dell'Ascoli, ha regnato l'indecisione. E questo, una squadra che punta in alto, non può e non deve permetterselo. Come non può permettersi errori sotto porta così grandi come quelli di Beretta (grave, troppo grave) e Ardemagni. Ma al bomber numero 32, oggi, possiamo solamente regalare un incoraggiamento. Anche perché Foscarini e Perisan, per quest'anno, ad Ascoli, non torneranno più. Speriamo...
ArchiveAscoli Calcio, Foscarini il tuo “gatto nero”, Perucchini è il tuo problema