Ascoli Picchio, con la "raja" di Pinto scrivi la storia

La vittoria all'Adriatico di Pescara cambia ogni scenario per la salvezza diretta. Col Brescia sarà un vero e proprio spareggio

Machin contro Pinto

Machin contro Pinto

Ascoli, 12 maggio 2018 - I conti? Ancora state facendo i conti? Buttatele via quelle calcolatrici. E, almeno stasera, pensatelo. Pensatelo e da domani riponete il pensiero perché ancora non è detta l'ultima parola. Ma stasera potete pensarlo. Tommaso Bianchi vuol dire salvezza. Deve voler dire salvezza. Per troppo tempo questa squadra ci ha dimostrato che il cuore oltre l'ostacolo non era capace di gettarlo. E invece no. Stavolta chi pensava ad una partita da sbadigli, si è sbagliato di grosso. Quest'Ascoli è tornato a ruggire come deve fare ogni Ascoli che veste la maglia dell'Ascoli e scende in campo chiamandosi Ascoli, riuscendo nell'impresa di regalarsi, in un derby sentito come quello di Pescara, una notte di gioia e speranza. Poteva finire tutto. E invece no. Tutto è ancora, maledettamente, clamorosamente, meritatamente in gioco. La chiave di tutto sta proprio in quelle maledette calcolatrici, che ora hanno messo pure come app sui telefonini. Quando l'Ascoli di Cosmi le ha disinstallate, ha fatto sempre impazzire i suoi tifosi. E' col cuore che si vincono partite come quella di oggi e come, siamo sicuri, si dovrà vincere l'ultimo, incredibile, clamoroso, spareggio salvezza che il destino ha messo sulla strada dei bianconeri, venerdi sera contro il Brescia. Altro che vittoria scontata perché "loro ci arriveranno salvi". Tutt'altro. E allora, via i calcoli e spazio ai sentimenti. Quelli che hanno portato più di millecinquecento cuori bianconeri a dare spettacolo, vero spettacolo (bombe carta escluse) all'Adriatico, come sempre accaduto in questa stagione. Sarebbe ingeneroso parlare di giocatori, tutti hanno dato, più o meno, il loro contributo per questa grande vittoria. Ne scegliamo uno e gli chiediamo scusa, ancora una volta. La scorsa settimana avevamo definito Giovanni Pinto uno da "6 in pagella quando va bene". Gli chiediamo scusa perché non è così. Perché l'Ascoli aveva bisogno di un giocatore come lui, in mezzo al campo. Uno che sulla carta d'identità ha impresse le parole "cuore", "sacrificio", "corsa", "muscoli", "attenzione", "posizione", "scelta", "grinta", "voglia", "fame", "raja". Insomma, quello che un giocatore dell'Ascoli deve avere, sempre, nel dna. E' con giocatori così che si costruiscono fondamenta solide. Se oggi l'Ascoli di Cosmi sogna la salvezza, lo deve a chi, in questa fase del campionato, ha fatto suo lo spirito che Giovanni "Joao" Pinto mette in campo, per decidere di salvare questa squadra o quantomeno di provarci. I conti? Non servono. Stasera Ascoli festeggia. Da domani tutti in ritiro, giocatore, allenatore, tifosi, addetti. Tutti. Vedete voi come farlo, mentalmente o fisicamente. Vale tutto. Venerdi al Del Duca si scrive la storia.