Ascoli calcio: Bertotto dura solo un tempo

Buona prima frazione dei bianconeri, che spariscono nella ripresa favorendo la rimonta del Venezia

Chiricò, attaccante dell'Ascoli (Foto Labolognese)

Chiricò, attaccante dell'Ascoli (Foto Labolognese)

Ascoli Piceno, 28 novembre 2020 - Videogiochi. Facciamo una doverosa premessa, tanto per sgombrare il campo da equivoci. Cambi dell’Ascoli: Cangiano, Pierini, Bajic, Vellios. Cambi del Venezia: Di Mariano, Cremonesi, Bocalon, Molinaro. Questo significa già che tra le forze in campo c’è disparità (e tanta) a livello di “skills” per metterla sui tanto cari termini legati ai videogiochi. Zanetti – e su questo possiamo mettere due mani sul fuoco e se volete anche altro… - ha tutt’altro che la vendetta nel suo modus operandi e quando esulta per il gol del 2-1 di Fiordilino lo fa perché capisce che la squadra lo segue indipendentemente dalle scelte e da chi entra in campo dall’inizio. Ceralacca. Quando il centrale trafigge Leali, il groviglio di abbracci, in barba a qualsiasi decreto, è una specie di ceralacca di quelle che si mettono sulle bottiglie di vino buono per evitare che il tappo salti subito dopo averle imbottigliate. L’Ascoli, quella ceralacca, non ce l’ha. E si capisce subito. Si capisce quando va in vantaggio con una supergiocata provata, perché il missile sul secondo palo di Kragl con chiusura di Pucino è una giocata codificata, ed esulta senza travolgere un allenatore che nell’arco di qualche giorno è stato depotenziato, semiesonerato, esautorato, rimesso in pista con tanto di convincenti sottolineature sulla “totale coesione da parte di tutto gruppo nei suoi confronti”. Pucino fa gol. L’Ascoli è in vantaggio a Venezia. E’ il suo capitano, scelto al posto di Brosco che la fascia l’ha portata anche nelle stagioni scorse all’occorrenza. Eppure preferisce dedicare l’esultanza al rispettabilissimo tema legato alla condanna della violenza sulle donne, piuttosto che far vedere a tutti, con un abbraccio la “totale coesione da parte di tutto gruppo nei suoi confronti”. Extraterrestre. Ma parliamo di calcio, che è quello che ci piace di più, perché il campo, al netto delle favole, ha una voce sola. Venezia non dà solo brutte notizie ai bianconeri. Anche perché, quelle è capace chiunque di annotarle. Venezia conferma che Sabiri è un extraterrestre se lo si mette in condizione di creare un certo tipo di calcio box to box. Che a Kragl la palla va fatta gestire nei secondi finali delle azioni offensive, non all’inizio. Che senza un portiere come Leali non ci sarebbe stato un primo tempo “face to face”, perché il portierone fa due parate da cineteca. Che Chiricò, anche se stavolta le ha sbagliate tutte, è l’unico attaccante con un po’ di attacco nelle vene. E che – tornando ai “meno” della giornata - c’è qualcosa che non va dal punto di vista fisico. Perché non è possibile che nel secondo tempo l’Ascoli sparisca sempre dal campo. Sempre. Tutto il resto sono chiacchiere. Storie. “La vida es una tombola, de noche y de dia. La vida es una tombola, y arriba y arriba…”.