Ascoli, che doccia gelata. E Ninkovic va dietro alla lavagna

La prestazione della squadra è condizionata dalla mancata reazione al vantaggio perugino

Nikola Ninkovic

Nikola Ninkovic

Ascoli, 26 gennaio 2019 - Ci siamo cascati. Tutti. I primi dieci minuti ci hanno convinto, mandandoci fuori strada, che il calcio sia come il fantacalcio. Prendi uno forte, lo butti in campo, e se prima la tua squadra vale 20, minimo il suo valore arriva a 25. Ciciretti tocca i primi tre palloni della sua vita picena e sembra Ninkovic, anzi più forte ancora di uno che è già il più forte di tutti. Tacco a liberare Laverone, doppio passo a liberare se stesso, lancio di sessanta metri a cercare l'altro “Dio del calcio Piceno 2018/19”. Purtroppo per tutti, però, l'inchiostro che fa capolino nella vita di tutti i giorni del Ciccio Brienza reincarnato Amato, non finirà sul tabellino delle pagine di giornale che verranno stampate stanotte. Purtroppo per lui e per tutto l'Universo ascolano che oggi, dopo una sonora scoppola patita a domicilio, si interroga: quanto e come deve cambiare il suo Ascoli Vivarini? Ciciretti è uno che vuole il pallone, non gli basta riceverlo negli ultimi metri e calciare di prima. E Ninkovic ha le stesse caratteristiche. Insieme, potenzialmente, sono letali. Ma oggi hanno dimostrato che per esserlo davanti l'Ascoli deve avere un centravanti con la “C” maiuscola anche quando non c'è Ardemagni. Ben vengano, quindi, le tre pallonate prese in questo modo, perché ancora una volta i bianconeri danno la sensazione di potercela mettendo quel qualcosa in più dell'avversario. Che però manca e mancando tiene viva la partita anche dopo un inizio che sembrava anticipare una cavalcata trionfale per i ragazzi di Vivarini. La serie B è maestra: finché non la butti dentro una, due, tre volte, lo spartito può cambiare da un momento all'altro. E siccome Nesta ha un grande futuro da allenatore, perché dimostra di saper leggere le partite con umiltà e competenza, capisce che Han può sovvertire ogni equilibrio. Ha troppe marce in più di ogni opponente e lo dimostra in cinque minuti di fuoco. Due flash: uno su Brosco, perché si può anche giocare una partita perfetta, da difensore centrale, davanti appunto ad Alessandro Nesta, pur perdendo 3-0. E l'altro su Ninkovic: quella palla che regala l'autostrada del rigore un giocatore da Champions League, qual è il serbo, non deve perderla. Non deve mai perderla. E altrettanto non deve rischiare il rosso con un'entrata come quella nel finale. No, poteva essere la partita che avrebbe fatto spiccare il volo ai bianconeri. E invece si torna tutti, giustamente, coi piedi per terra. E' iniziato un nuovo campionato.