Ascoli, Ninkovic torna Pasticcere e il Picchio esulta

Il serbo è senza dubbio il migliore in campo, insieme a Scamacca

Nikola Ninkovic

Nikola Ninkovic

Ascoli, 24 novembre 2019 - “Non ho mai avuto dubbi di vincerla”. Ha ragione da vendere, mister Paolo Zanetti, nell’analizzare il ribaltonissimo (passateci il termine) che ha portato il suo, veramente suo, Ascoli al trionfo domenicale contro un Cosenza bello solo per qualche secondo. COPPIETTA. Spazi coperti perfettamente. Campo viscido e palla che scorre a ritmi indiavolati. E l’etichetta della salita, della salitona, di una stagione che non vuol saperne di prendere una piega quantomeno sufficiente. E invece no. Perché il secondo tempo di Davide Petrucci è una specie di manuale di come un centrocampista che tutti considerano da bocciare, può risollevarsi con una sola ricetta. Giocate semplici, tutte giuste, corse mai banali, contrasti puliti. E anche un gol. Annullato e con l’urlo strozzato proprio quando quell’urlo avrebbe avuto il sapore di rivalsa. Che coppietta, lui e Cavion! Chapeau, Zanetti. BOMBERISMO. Un aspetto tattico importante che ci è balzato all’occhio riguarda i fuorigioco, tema di cui avevamo parlato in passato. Stavolta analizziamo quelli di Ardemagni e quelli (meno, numericamente) di Scamacca. Il capitano finisce quasi sempre nelle fauci dell’assistente di linea da fermo, risultando oltre i loro ma non nel muoversi per aggredire spazi aperti. Il giovane azzurrino, invece, lo stoppano solo perché scatta verso la porta calabrese e correndo risulta “più in là”. Sembrerebbero due dettagli da poco, invece a nostro avviso sono la dimostrazione di come, Ardemagni, oggi sia un pizzico sotto al suo classico rendimento mentale, fisico e bomberistico. L’attaccante deve dettare i passaggi, ultimamente il capitano lo sta facendo troppo, troppo poco. Così Scamacca diventa eroe, meritato, incredibile, fantastico eroe. Oggi e, speriamo, in futuro. ANTIPATIA. E’ il sentimento che potrebbe suscitarvi leggere questo pensiero su Nikola Ninkovic. Tre settimane fa, più meno alla stessa ora di oggi, chiunque ad Ascoli lo avrebbe voluto con una penna in mano sul foglio con scritto “Risoluzione consensuale del contratto”. Quasi tutti. Quasi tutti. Perché se hai un ragazzo come Nikolino, sai quali sono le sue debolezze, i suoi blackout, i suoi dolori interni che emergono in maniera devastante all’esterno, non puoi non stargli vicino, al serbo. E lui capisce che c’è qualcuno dalla sua parte. Ripagandolo con l’unica moneta interessante sul prato del Del Duca. Il calcio. Dolcetti e calcio. Bentornato “Pasticcere di Bogatic”, ti aspettavamo. E non avevamo dubbi che saresti tornato. Freddie Mercury non sbagliava: “Can anyone find me somebody to love?”. “Potete trovarmi qualcuno da amare?”. Et voilà.