Ascoli, è una notte amara

La sconfitta nel derby contro il Pescara è durissima da digerire

Ascoli-Pescara (Lapresse)

Ascoli-Pescara (Lapresse)

Ascoli, 7 ottobre 2019 - E’ una notte amara. E non perché abbiamo deciso di salutare la prima parte del torneo (che si ferma ancora una volta, a distanza di meno di un mese) con un brindisi al Sibilla, tanto per restare in tema di prelibatezze del nostro territorio. No, la notte dell’Ascoli è amara perché poteva accadere tutto ed invece è successo il contrario di tutto.

Sarma. E’ il nome con cui chiamano, in Serbia, il cavolo acido, piatto tipico dei Balcani e voce del menù maggiormente indicata per fotografare l’involuzione, in queste ultime due partite, di quello che in genere apre la pasticceria, sforna cioccolatini e dolcetti, fa divertire i bambini e i grandi. No, per Nikola Ninkovic questa è stata una settimana particolarmente complicata. In campo, soprattutto, con la reazione di lunedi a Cremona, la necessità, per lui che è allergico ai microfoni, di chiarire le sue reazioni e con la prestazione, condizionata dalle randellate subite a inizio gara, contro il Pescara. A Zanetti, che lo deve aiutare a trovare tempi e spazi, e a tutti gli ascolani servono dolci, la Sarma non ci piace. E l’ultimo Ninkovic, neanche.

Castigo. E’ un peccato mortale e vogliamo pensare di esserci sbagliati. Perché se è vero che a metà secondo tempo mister Zanetti ha deciso di addormentare una partita equilibrata, con binari praticamente precostituiti sul pareggio, senza trovare elementi destabilizzanti per l’inerzia della gara, ha commesso un grandissimo ed ingenuo errore. L’Ascoli di Pulcinelli, almeno in questa fase della stagione, non può fare calcoli. Non adesso. Non quando sei in odore di vetta della classifica e stai giocando davanti ad ottomila dei tuoi amanti. Non devi e non puoi farlo. E il castigo di Galano lo certifica. Solitario. Che ci vuoi fare, col pallone, Alessio? A Cremona abbiamo sorvolato, dandogli in parte ragione, sul tempo di gioco perso nell’assist a Rosseti, che peraltro si è anche arrabbiato dopo l’errore clamoroso davanti a Ravaglia. Stavolta, però, no. Alessio Da Cruz è uno dei giocatori più impattanti dell’intero campionato. Forse in campo aperto è il più decisivo. Illegale. Fenomenale. Ma deve capire che portare la palla verso la prateria è una cosa, farlo con la difesa avversaria schierata un’altra. Se la perdi, loro ripartono. E se ripartono, ti fanno male. E invece deve accadere il contrario.