Pescara-Ascoli 0-1, la salvezza è a un passo / FOTO

Serie B, 41esima giornata. Derby bollente, gol di Bianchi

L'Ascoli ha battuto il Pescara (foto LaPresse)

L'Ascoli ha battuto il Pescara (foto LaPresse)

Pescara, 12 maggio 2018 - Doveva essere così. Sofferta. Meritata. Agognata. Sperata. Strappata. E dedicata ad un muro di tifosi incredibili. La vittoria nel derby dell'Adriatico di Pescara ha il sapore di antipasto, primo, secondo e contorno di un pasto nel miglior ristorante del mondo quando sei abituato ai peggiori fast food. E chi è a fare "cu-cu" spuntando fuori al posto giusto, nel momento giusto? Ve lo diciamo alla Massimo Marianella. Ancora lui, sempre lui, meravigliosamente lui: Tommaso Bianchi. Il racconto del primo tempo parte dall'ultimo secondo prima del fischio finale. I tifosi del Pescara sembrano stracciarsi i capelli dalla disperazione, perché Pettinari ha appena sparato sui guantoni di Agazzi l'unica e ghiottissima palla gol della loro prima frazione (FOTO).

E l'Ascoli, invece, rifiata, al termine di una tornata che l'ha vista fare tutto, praticamente o quasi, secondo "la bella copia" del tema "La partita decisiva perfetta". Gol del vantaggio, subito. Cartellino rosso ad un avversario, predominanza nel possesso palla e nel pathos gara. Insomma, sul tavolo imbandito a disposizione dei più di millecinquecento, fantastici, colorati, rumorosi, appassionati, coordinati, speranzosi e accaldati tifosi bianconeri, c'è tutto il meglio. Già, perché quando c'è la parola "salvezza" sul menu del giorno, arriva zitto zitto il toscanaccio tatuato risorto dall'epurazione estiva, Tommy Bianchi, che esulta, guardando la Curva bianconera. Il gol del vantaggio è suo e la speranza che questo valga come quello del San Nicola di Bari è manna dal cielo per Cosmi, i suoi ragazzi e tutti quelli che rivogliono l'Ascoli in cadetteria. Clemenza disegna calcio preferendo i calci piazzati (suo il cross del gol per Bianchi) al gioco palla in movimento, Monachello si prende un supercalcione da Coda mandandolo col rosso a fare la doccia dopo soli 25' e Pillon si ridisegna con il 4-3-2 facendo a meno di Capone. La risultante è che, comunque, il Delfino si rende pericoloso solo se l'Ascoli sbaglia in uscita (due volte con Addae e Cherubin) e ci vuole un gran Fiorillo per dire no a Clemenza. Insomma, come dicevamo, è bravo l'Ascoli a giocarsi il primo tempo nel miglior modo possibile per chi, poi, vuole rientrare nello spogliatoio con fiducia e cliccare sui siti di risultati live. Pinto e Baldini fanno catena a sinistra con gamba e forza fisica, impegno e quello, tutto quello che serve in queste partite, Gigliotti dirige la difesa orfana di Mengoni e Padella, Monachello copre, come sempre tutto il fronte offensivo non lesinando corsa, coraggio e impegno, arrendendosi nello spogliatoio per il colpo subito da Coda. E allora scende in campo quello che quest'anno è stato l'avversario più duro e concreto della squadra di Cosmi: il rientro dall'intervallo. E così Machin si candida per rinfoltire la lunga lista di quelli che hanno fatto male ai bianconeri. Il suo destro, però, incoccia sulla traversa e finisce fuori.

L'incantesimo prova a spezzarlo Rosseti, bravo di testa sul cross perfetto (non il primo...) di "Joao" Pinto, ma Fiorillo dice ancora "no". E preme "play" sulla stessa list, il portiere pescarese, quando Clemenza in spaccata prova a ingannarlo con un diagonale. Niente da fare. Altra parata. Il problema di Cosmi è che i suoi si abbassano e fanno fatica anche in superiorità numerica. Agazzi deve parare per la prima volta su Machin, Fiorillo sbarra la strada a Buzzegoli sulla più clamorosa delle "ciabattate" a cinque metri dalla porta, tra l'altro reiterata. Un match point fallito, "ma di brutto, brutto, brutto". La sfortuna, poi si abbatte su Baldini, che fa tutto benissimo. Dribbling, tocco a smarcarsi, calcio dritto sul secondo palo dalla destra. E' palo, prima. E traversa, dieci minuti dopo, su collo destro perfetto. Un sortilegio vero e proprio, se si considera l'altra grande parata di Fiorillo su Addae. In pratica, cinque palle gol nitide, pulite, costruite. Da grande squadra. Che soffre fino al fischio finale. E corre a salutare "il dodicesimo uomo". Finalmente una giornata da ricordare. Col Brescia, dipende solo da te, Ascoli.

Il tabellino 

PESCARA (4-3-3): Fiorillo; Fiamozzi, Gravillon, Coda, Crescenzi; Machin, Brugman, Valzania (77' Baez); Mancuso, Pettinari (67' Bunino), Capone (26' Fornasier). A disp: Baiocco, Savelloni, Yamga, Elizalde, Cocco, Mazzotta, Carraro, Cappelluzzo, Coulibaly. All. Pillon ASCOLI (3-5-2): Agazzi; De Santis, Gigliotti, Cherubin; Mogos, Bianchi (60' Buzzegoli), Addae, Baldini, Pinto (83' Mignanelli); Clemenza, Monachello (46' Rosseti). A disp: Lanni, Mengoni, Mignanelli, Parlati, Kanoutè, Castellano, D'Urso, Florio, De Feo, Ganz. All. Cosmi ARBITRO: Aureliano di Bologna (Robilotta, Luciano; Baroni) RETI: 17' Bianchi (A) NOTE: recupero 3'+4'. Espulso Coda (P) al 25' per gioco scorretto. Ammoniti Brugman, Crescenzi (P), Cherubin, Bianchi, Rosseti (A) per gioco scorretto, Clemenza (A) per comportamento non regolamentare.  

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