A quest’Ascoli i playoff non bastano più!

Granitica. Solida. Con grande identità. E qualche punto perso immeritatamente lascia l’amaro in bocca per la corsa alla serie A diretta.

Mister Sottil (Ascoli)

Mister Sottil (Ascoli)

Scrolliamo in giù. Poi in su. E imprechiamo. Prima regola, perché questa settimana a mister Vujadin Boskov abbiamo pensato eccome. E allora ascolano mai piedi per terra. Mai. La pagina della classifica sul telefonino va su, poi giù. E ripensiamo a quella partita di Vicenza. Maledettissima. E a quella di lunedi scorso col Cittadella. Stramaledettissima. CINQUE. Non è vero che in un campionato situazioni favorevoli e contrarie si compensano. Qui si parla di partite che l’Ascoli ha avuto la possibilità concreta di vincere, giocando a sua immagine e somiglianza, mancando il successo per qualche piccolo dettaglio che oggi fa la differenza. La differenza per cosa? Ecco, mettete cinque punti in più – meritatissimi, peraltro – alla classifica di oggi dei bianconeri e pensate che discorsi avremmo potuto fare oggi al fischio di Manganiello. Ipotesi, boutade, soliti discorsi da giornalisti che cercano di destabilizzare l’ambiente in un momento come questo, direte. E invece no. Questa squadra. Questi uomini. Questo Ascoli in campo, è un qualcosa che ha dimostrato – con la vittoria di Cremona – che è un “equipazo” da primi posti. CENTIMETRO. Una Squadra. Non una rosa. Non un organico. Non un insieme di giocatori. Questo è un gruppo di uomini uniti che giocano al calcio seguendo un ideale, che meriterebbe di finire la stagione nei primi due posti. L’Ascoli è una grande squadra che non gioca “bene”. Potete non essere d’accordo con noi, ma non ci spostiamo di un centimetro da questa convinzione. Chiudete gli occhi e pensate quando, l’Ascoli di Sottil, è uscito dal campo umiliato dalla forza dell’avversario in questa stagione? Forse un tempo contro il Benevento al Del Duca? Forse in alcuni tratti della partita di andata contro la Cremonese? E poi? Per questo, oggi che salta sul treno dei sogni, deve dimenticarsi subito di essere euforico e contento perché ha raggiunto l’obiettivo playoff. C’è un dna e ci sono emozioni che lo dicono. Lo dicono chiaramente. E’ un Ascoli che fa l’Ascoli. Sempre. SANGUE. Questo gruppo deve, da domani, essere arrabbiato. Col mondo intero. Mordere. Deve essere arrabbiato e con gli occhi di sangue. Perché tra poco inizia una storia nuova e sa che, grazie al modo di intendere il calcio del suo allenatore, questa può essere favolosa. Anzi, una storia-storica. Resta Ascoli, caro Ascoli. Continua a non giocare “bene” essendo una grande squadra, insieme ad una tifoseria sempre più incredibile. E a maggio ci divertiamo, anzi facciamo che a fine maggio piangiamo tutti assieme, abbracciandoci…