Ascoli Picchio ai playout, una battaglia che deve far paura

I bianconeri pareggiano col Brescia. Sarà spareggio contro, l'Entella per rimanere in B.

Cosmi

Cosmi

Ascoli, 10 maggio 2018 - “La battaglia non ci fa paura, siamo ascolani e saremo sempre qua”. Per la prima volta nella sua storia cadetta la parola playout incoccia il simbolo dell'Ascoli. C'era tutto, o quasi, apparecchiato a tavola per poter festeggiare già stasera una salvezza che avrebbe avuto del meritevole e, se consideriamo le vertigini estive (non da alta classifica...), quasi del miracoloso. E invece no. Il Brescia ha fatto quel che doveva. Difendersi, con ordine. Ha preso un palo. Si è divorato un gol praticamente fatto. Ha tenuto in vita una partita non bella ma equilibrata fino alla fine, festeggiando una salvezza che avrebbe potuto e dovuto ottenere già sabato scorso contro l'Empoli al Rigamonti.

E invece no. “La battaglia non ci fa paura” e quindi gli ascolani, che oggi sono stati lo spettacolo dello spettacolo, nello spettacolo e per lo spettacolo, ci dovranno essere ancora una volta, come sempre, trascinando una squadra che perderà, purtroppo, quella che in assenza di capitan Mengoni è, per forza, la persona che più rappresenta l'interpretazione dell'ascolizzazione nel mondo: Bright “Gigi” Addae. Il ghanese sarà infatti out per squalifica a Chiavari e questa, insieme all'aver sciupato il match ball salvezza, è la peggior notizia della serata (in attesa di averne di buone dall'infermeria, soprattutto per quanto riguarda Cherubin). Parlando di calcio, perché dell'ambiente è impossibile parlare senza scadere nel retorico, è stato l'Ascoli che ci aspettavamo, quello che ha sofferto contro le rondinelle. Perché è chiaro che con tutte le assenze note, una partita con un avversario del genere con l'obbligo di “fare la gara” era per forza di cose un percorso ad ostacolissimi, non solo ad ostacoli.

Eppure sembrava esserci anche quel pizzico di buona sorte, quando ad inizio ripresa è stato il palo a negare il vantaggio ai lombardi. Niente affatto. Anche per l'Ascoli sono arrivati pali e rimpalli contrari, in area avversaria. Neanche il gioco di prestigio di Agazzi, pronto a compiere la parata più bella, difficile che sarebbe stata la più importante della storia in caso di vittoria, è servito a mettere il sassolino sulla bilancia per farla pendere dalla parte dei bianconeri. Ci può stare. E' un peccato perché uno stadio, un popolo, una curva, degli Ultras, così, meritavano di vivere una notte di gloria. Una gloria che nessuno più di questa tifoseria, meriterebbe per festeggiare una salvezza che va ancora ottenuta, sul campo, lottando, ancora centottanta minuti. Ancora per vivere quelle battaglie, specie se doppia e contro un avversario sulla carta meno quotato, che non possono e non devono, fare nessuna paura. Se vuoi salvarti, caro Ascoli Picchio, la paura non devi sapere neanche dove sia sul dizionario. La paura non serve più. D'ora in avanti servono testa fredda, cuore caldo e il supporto della gente. Tutta la gente. Quella che da sempre, come stasera, come in tante altre occasioni, ha dimostrato che la serie B, anche la serie B, ad Ascoli sta stretta. Che spettacolo è stato il treno battimani di tutto, tutto, tutto lo stadio?