Salernitana Ascoli 1-1, Zanetti premiato per il '4-2-fate gol'

L'analisi. Il modulo iperoffensivo dell’allenatore bianconero è convincente e porta risultati

Salernitana Ascoli, mister Zanetti (Foto LaPresse)

Salernitana Ascoli, mister Zanetti (Foto LaPresse)

Ascoli Piceno, 30 novembre 2019 - Il pareggio dell’Arechi è un buon risultato? Se guardassimo la paratona di Leali prima del gong e il fatto che nel primo tempo Lombardi sembrava essere la reincarnazione di Cafù e Roberto Carlos messi insieme si. E invece ha ragione Scamacca: a Salerno l’Ascoli, a nostro avviso, ha perso la meritata sensazione di dormire una notte in serie A. Perché davvero il secondo tempo disegnato dall’allenatore poteva e doveva regalare sogni d’oro. Carbone. Partiamo dal Carbone. Da un problema che, tatticamente, sembra avvolgere le letture difensive della squadra nell’ultimo periodo. Quello dell’eccessivo abbassamento della linea e dello schiacciamento dei centrocampisti sui quattro di difesa che portano l’avversario a convergere, tirare e trovare quello che Marco Giampaolo chiamava “il minimo sindacale”: il tiro dalla distanza. Il problema, però, è che se l’avversario arriva in corsa e ha sette giocatori dei tuoi schiacciati, spesso può trasformare in gloria quel “minimo sindacale”. E all’Ascoli ultimamente sta capitando in maniera non episodica.

false Tosto. Attenzione, però, perché le brutte notizie sono praticamente finite. E la prima, bellissima, tra le tante è che Gianluca Scamacca non è per niente una promessa. E non è neanche uno “da tenere d’occhio”. E’ già un giocatore bello tosto, pronto sia fisicamente, sia tecnicamente, sia a livello di talento naturale, ma soprattutto, è uno che ha anche le conoscenze tattiche e mentali per fare il calciatore di altissimo livello. Non è mai, mai, mai fuori posizione quando c’è da difendere. E quando deve fare scelte offensive è una specie di “Dio del calcio”. La butta dentro, la dà ai compagni, insomma… "che giocatore amisci!". Tir. Sul rigore di Bruccini, domenica scorsa, molti (sì, molti!) si stavano sfregando le mani per scegliere tra i vari papabili il sostituto di Paolo Zanetti sulla panchina dell’Ascoli. E allora Zanetti, che è uno che prenderebbe di petto pure un tir lanciato sulla strada, nel caso fosse la sua di strada, ha capovolto la sua stagione e quella dell’Ascoli. E’ un’idea che cova da tempo: dentro tutti quelli che danno del “tu” al pallone. In barba alla paura. In barba agli equilibri. E da quel momento il suo Ascoli, qualche volta troppo timido, è diventato straripante. Il modulo “4-2- e quelli a cui piace segnare” può scrivere la storia. Zanetti stesso può scrivere la storia. Stiamogli, stategli, vicino. Non ce ne pentiremo.