Spezia Ascoli 3-2, Ninkovic, Troiano e Vivarini bocciati

L'analisi. In Liguria il serbo si fa cacciare nuovamente e l’allenatore non riesce a ridisegnare le trame dei suoi, che crollano dal 0-2 a 3-2

Vivarini, allenatore dell'Ascoli (Foto Labolognese)

Vivarini, allenatore dell'Ascoli (Foto Labolognese)

La Spezia, 14 aprile 2019 - Tre cose, solo tre cose, restano della fastidiosissima domenica spezzina. La prima, riguarda la classifica: l’Ascoli ha ancora diversi match point per festeggiare la salvezza, ma al Picco ha anzitutto detto addio alla possibilità di giocare per la serie A. Avete letto bene: una vittoria a Spezia avrebbe significato svegliarsi domattina avendo carte in regola e tutto il diritto di giocare per un posto ai playoff, che vuol dire giocare per essere promossi in serie A. Evidentemente non è questo l’obiettivo stagionale di questa squadra guidata da questo staff tecnico. Secondo tema, Ninkovic. E’ l’ennesima situazione controversa che il serbo non riesce a gestire. Sorride dopo averla combinata grossa, ma sa benissimo, Nikola, che se non avesse agitato quel braccio sarebbe stato ancora in campo a giocarsi la partita e, visto come stavano andando le cose, a vincerla prendendosi gran parte dei meriti. Sarebbe stata la svolta della stagione: vincere a Spezia e aspettare il Venezia per trascorrere una notte di primavera - quella di Pasquetta - dentro le otto che giocheranno i playoff. E invece no. Di Volpi è inutile parlare: agisce in maniera presuntuosa e questo si capisce perché non estrae subito dopo il “vaffa” il secondo giallo, ma solo qualche secondo dopo; il serbo nel frattempo, in silenzio, era andato via proprio per evitare guai.

Postilla su Troiano: se un tuo compagno commette un’ingenuità, peraltro sindacabile visto quanto accaduto a Ninkovic, non puoi e non devi andare a fargli la ramanzina davanti all’arbitro. Quando un compagno commette un'ingenuità, davanti all'arbitro, lo devi difendere. Sempre. Poi si va nello spogliatoio e si discute. false Terzo tema, la gestione della partita. Se fai l’allenatore di serie B e conosci la tua squadra, perché dopo più di trenta partite la devi conoscere, nell’intervallo devi fare delle scelte che evitino ai tuoi di soccombere nei primi minuti per riaprire la partita. E invece accade tutto il contrario. L’Ascoli torna sul prato con Ardemagni che sta sui 30 metri difensivi, lo Spezia sale portando nell’area picena anche l’ultimo dei magazzinieri e la clessidra si capovolge. E’una domenica sera amarissima per chi segue l’Ascoli Calcio. Amarissima. Meglio non aggiungere altro e fare quadrato. Perché i fantasmi del Picco li conosciamo tutti. Tutti.