Ascoli Piceno, 9 maggio 2011 - LE RICERCHE andavano avanti senza sosta, a San Marco, lo scorso 19 aprile. Carabinieri e volontari battevano a tappeto boschi e sentieri alla ricerca di Carmela Rea, che speravano ancora viva. Erano ore di angoscia e tormento quelle in cui Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore marito della ventinovenne ritrovata barbaramente uccisa, chiamava, ancora una volta, Ludovica. Una sua ex allieva del 235° Reggimento Piceno, di Sabaudia, con la quale aveva avuto una relazione, circa un anno e mezzo fa. Una relazione che Carmela aveva scoperto e che, ovviamente, non intendeva accettare.

Aveva trascorso per questo la gravidanza a Somma Vesuviana, a casa dei genitori. Ma non era rimasta con le mani in mano, anzi. Malgrado le rassicurazioni del marito, aveva preso in pugno la situazione e aveva chiamato la rivale in amore per dirle di lasciare perdere il suo compagno. Diverse le telefonate tra le due donne, fino alla promessa strappata all’altra di chiudere definitivamente con Salvatore.

UNA PROMESSA evidentemente non mantenuta. Nei suoi ultimi giorni Carmela, infatti, aveva scoperto qualcosa. E aveva condiviso il suo malessere anche con la migliore amica, Imma. Un malessere che di frequente sfociava in violente liti con il marito, come quelle che hanno riempito i suoi due ultimi giorni di vita. Era nervosa anche durante la gita a San Marco. "Quando torni mi porti un caffe?", le aveva chiesto il marito vedendola allontanarsi verso il bar per andare in bagno. "No, non te lo porto", avrebbe risposto lei. Così, almeno, riferisce Raffaele, un altro amico della coppia.


Insomma, una relazione extraconiugale, quella tra Salvatore e Ludovica, che tutto sembrava tranne che passeggera. Un rapporto affettuoso, fatto di chiamate continue e di confidenze per mantenere viva una storia che forse volevano consolidare con il trasferimento imminente di Salvatore proprio alla caserma di Sabaudia.
Una versione, questa, che però cozza con l’immagine di coppia perfetta di cui parla la vicina di casa Sonia, la moglie del falegname che, a una festa di Carnevale, aveva riservato attenzioni particolari verso la bella Carmela. E una versione che, allo stesso tempo, non quadra con quanto dichiarato agli inquirenti dalla stessa Ludovica.

"MI SONO sentita presa in giro da Salvatore — ha raccontato la ventisettenne — perché lui a me diceva certe cose e invece magari sono stata una delle tante storie che una persona può avere fuori dal matrimonio. Se pure è stato vero, come diceva a me, che si voleva separare, sicuramente a Carmela non avrebbe detto che si separava per un’altra donna, ma perché non andavano più d’accordo. Mai le avrebbe detto ‘ti lascio per un’altra persona’ perché comunque le voleva bene e non voleva farla soffrire, questo è sicuro. E poi uno non aspetta il giorno della partenza per dire alla moglie che la sta lasciando".

Un interrogatorio fiume, durato ben undici ore, quello della soldatessa laziale, durante il quale la ragazza ha parlato anche della consuetudine, tra le allieve, di regalare coltelli agli istruttori a fine corso. Coltelli simili ai tre presi dai Ros in un negozio della città per compararli con la possibile arma del delitto. "Mi aveva pure raccontato che a volte è successo che agli istruttori regalano un coltello, ma non a lui, ad altri istruttori, a lui mai", taglia corto Ludovica, quasi cercando di difendere il suo Salvatore.