Ascoli Piceno, 20 maggio 2011 - UN MESE fa Melania Rea veniva ritrovata, cadavere, nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella, dodici chilometri circa dal pianoro di San Marco. Da dove, come dichiarato più volte agli inquirenti da suo marito Salvatore Parolisi, era scomparsa due giorni prima, in circostanze oltremodo misteriose.

Il caporalmaggiore dal primo giorno ha sostenuto che la moglie si fosse allontanata per andare in bagno, da Segà: era la sera del 18 aprile e quella era la prima audizione che sosteneva di fronte ai carabinieri, che ancora cercavano la mamma 29enne viva. Ne sarebbero seguite altre quattro (una ad Ascoli e le altre a Castello di Cisterna, vicino a Somma Vesuviana), tutte dopo il ritrovamento del cadavere e tutte tese a chiarire alcuni lati oscuri della sua versione dei fatti di quel pomeriggio a San Marco.
 

Ieri sera, dopo le quattro ore di perquisizione nell’appartamento di Folignano che condivideva con la moglie, Salvatore Parolisi è tornato un’altra volta al comando provinciale, questa volta per firmare dei verbali. La sua anticamera, però, è stata lunga.
 

Il caporalmaggiore è ancora al centro di tutta questa spinosa e tragica vicenda, perché nelle sue dichiarazioni ci sono alcuni punti che non tornano. Contraddizioni, forse dovute alle emozioni che confondono le idee oppure ad una ferma volontà di mentire, non scalfita neppure dalle oltre 22 ore di interrogatorio subite? Tra queste, il discorso delle foto sul luogo dell’uccisione di Melania scattate, come dichiarato da Parolisi agli inquirenti, da Paciolla.

Un punto sul quale l’amico agente di penitenziaria è stato lapidario: "Mai fatte foto a Ripe, Salvatore ha riconosciuto il posto dalle foto sui giornale del 21 aprile che gli abbiamo mostrato io e Michele".
Un uomo, Parolisi, al quale anche il padre di Melania, Gennaro, ha chiesto di dire la verità. Una verità che, da qualsiasi lato la si guardi, non torna.


PERCHÉ a fare da triste corollario ad un delitto atroce ci sono tante bugie. Come la relazione con la soldatessa Ludovica, con la quale Salvatore aveva programmato, nella chiamata del 17 aprile, un appuntamento a Napoli per il 21. Una chiamata dove lui aveva ribadito alla ex allieva di voler lasciare la moglie per lei e che forse era stata alla base della furiosa lite di quel giorno (e del giorno successivo, quello dell’omicidio) tra il caporalmaggiore e sua moglie. Gennaro Rea, parlando del tradimento subito da sua figlia, l’aveva ipotizzato: "Melania deve averlo scoperto il giorno prima di morire". Forse Melania non aveva scoperto niente di nuovo. Aveva solo confermato un dubbio che si portava dentro da un anno e mezzo.