Ascoli Piceno, 22 maggio 2011 - COME Ludovica, anche Rosa, ieri, ha raccontato agli inquirenti i particolari della sua relazione con Salvatore Parolisi. Il caporalmaggiore marito di Melania Rea che al 235esimo Reggimento sarebbe chiamato ad istruire volontarie in ferma prefissata, ma, in questo mese di indagini, sono emersi particolari relativi a rapporti non proprio professionali maturati all’interno della caserma Clementi. E’ qui che Salvatore, due anni fa, ha conosciuto il caporale Ludovica, la sua amante fissa da due anni. E’ qui che, più o meno nello stesso periodo, ha intrecciato una relazione più breve con Rosa, un’allieva 26enne romana, ora uscita dall’esercito.
Il sostituto procuratore Umberto Monti, che coordina il pool di magistrati che stanno investigando sul delitto, ha ascoltato ieri a Roma ciò che la ragazza aveva da raccontare sul suo rapporto con Parolisi e sul comportamento tenuto da quest’ultimo sul lavoro.
 

Perché non è escluso che Rosa e Ludovica siano solo alcune delle soldatesse con cui il caporalmaggiore si dava da fare, tra un addestramento e l’altro. Fatti privati che servono agli inquirenti per completare il quadro sulla personalità di Parolisi, mentre i Ris continuano ad analizzare il materiale repertato a Ripe di Civitella. Il luogo in cui, lo scorso 20 aprile, è stata ritrovata Melania Rea, straziata dalle coltellate. Alcune ‘reali’, o meglio inferte mentre la ragazza era ancora viva per ucciderla; altre dopo la morte, per depistare le indagini.
 

Melania è stata colta di sorpresa: nove coltellate hanno ferito la ragazza sulla schiena. E forse è iniziata proprio così la mattanza: una lite, la 29enne che fa per andarsene e l’assassino che la colpisce alle spalle. Inizia una breve lotta, Melania cerca di difendersi parando i colpi con le braccia, martoriate dai tagli. E poi soccombe alla violenza e alla ferocia del suo killer, che la lascia lì a morire.
 

Nella sua mente scatta qualcosa però: deve inquinare la scena del crimine, confondere le acque. E allora torna a colpire ancora Melania. Quando matura in lui (o in un eventuale complice) quest’idea? Immediatamente dopo l’omicidio o qualche ora dopo, magari addirittura un giorno dopo? Domande a cui dovrà rispondere l’autopsia, effettuata dal medico legale Adriano Tagliabracci, i cui risultati sono attesi per le prossime settimane.
Poche le certezze in questo delitto, nessuna verità: a più di un mese dalla morte di Melania viene quasi da pensare che l’assassino sia un genio del male. Oppure che abbia avuto moltissima fortuna.