Ascoli, 1 gennaio 2012 - Capodanno a Bala Murghab arriva alle dieci. Candele accese e le parole di Don Marco Galati, il cappellano militare, prima del brindisi. "La luce per ricordare i militari caduti e la luce che accende le tenebre e la luce negli occhi delle vostre famiglie che questa sera sono qui, insieme a noi, anche se lontani migliaia di chilometri". La presenza e l'assenza nel continuo della nostra esistenza: questo il pensiero di tutti.

Un pensiero che qui è forte e si incarna nella vita stessa dei soldati. Siamo nella base più a nord est del contigente italiano. "Fob" è la definizione tecnica di queste realtà operative avanzate in territorio afghano. Quattrocentocinquanta uomini che vivono e operano pattugliando e mettendo in sicurezza il territorio. Lo fanno attraverso delle altre unità operative ancora più piccole e ancora più decentrate, le "COPs" (Combat Outpost). Una vita in prima linea lontano da tutto. Dove il contatto con la gente, i villaggi, la realtà afghana è costante e quotidiano.

Ma anche qui è festa: temperature rigide e un cielo stellato accompagnano la notte scura verso il nuovo anno. Si mangia tutti insieme, in una tenda proprio al centro del campo tra brandelli di pareti e pilastri di un ex cotonificio russo. Il calore è quello dei sorrisi dei ragazzi che sono qui e che qui devono restare ancora mesi prima di tornare in Italia. La gioia è quella degli abbracci, delle strette di mano, degli auguri che risuonano sotto il tendone verde. Si pensa all'anno passato e ci si incammina nel nuovo. Alle dieci un brindisi, panettone per tutti e poi le parole di Luigi Viel comandante del 151° Reggimento Sassari: "Innanzitutto un pensiero per i ragazzi caduti in Afghanistan e poi buon anno. Dopo tutti a dormire presto.Per noi l'attività non si ferma mai. E domani è un giorno come tutti gli altri".

E l'elenco dei caduti del 2011 è dolente, dieci le vittime di cui nove ad Herat e uno a Kabul: il caporalmaggiore degli alpini Luca Sanna, il soldato Massimo Ranzani, il caporalmaggiore capo Gaetano Tuccillo, il caporalmaggiore scelto Roberto Marchini, il caporalmaggiore scelto Davide Tobini, il maggiore carabiniere Matteo De Marco (stroncato da un infarto), il tenente Riccardo Bucci, il caporalmaggiore scelto Mario Frasca e il caporalmaggiore Massimo Di Legge e Cristiano Congiu ucciso a Kabul per un episodio di criminalità comune.

Sorrisi e saluti anche per le donne che in questo avamposto sono doppiamente in prima linea: brave come tutti, forti come tutti, pronte come tutti a vivere e a lavorare in condizioni difficili, estreme. Sono le soldatesse addestrate proprio ad Ascoli e adesso presenti in tutti i reparti ed in tutti i servizi. Da Tamara che imbraccia la mitragliatrice sulle torrette dei "Lince" mentre percorrono le strade afghane. O Laura Castelli bersagliere ed infermiera che cura con pazienza ed abilità bambini, uomini ma anche le donne velate di questo angolo di Afghanistan al confine con il Turkmenistan. O Valeria Orru che indossa l'elemetto e scruta attenta l'orizzonte dalla sua postazione di vedetta del Cop Mono vegliando sulla sicurezza degli altri militari e della postazione. O Rosanna Annecca, ufficiale medico, laureata all'Accademia di Modena e adesso assegnata al Reggimento dei Paracadustisti. Prima a Bala Murghab e oggi arrivata nella Cop "Mono". Ventotto anni ed un sorriso pieno di forza ed energia per un'esperienza forte, sul campo.

"Le donne si fanno avvicinare più facilmente da me _ racconta _: tolgono il burqa, mostrano i capelli e si fanno visitare. Qui sicuramente conoscono anche gli anticoncezionali perchè gli abbiamo trovati sugli scaffali degli ambulatori: ma non so se le donne poi li possono usare. La gente spesso non viene dal medico ma si rivolge a figure intermedie che fanno da mediatori tra i malati e i dottori. L'esperienza è fortissima: umanamente e professionalmente e si impara tanto sul campo. A me e successo di far partorire una donna mentre stavo visitando una clinica ad Herat. Ero lì da pochi minuti e mi hanno dato i guanti e così mi sono trovata a far nascere una bambina. Un'esperienza memorabile".

Tutto è indimenticabile qui a Bala Murghab. Indimenticabile come la sensazione di vivere in un avamposto ai bordi di un mondo. Come la sensazione di trovarsi in un luogo di frontiera: dove le razze, le lingue, le civiltà sono nate e si sono mescolate. Un posto siciuramente speciale, dove anche questa notte fredda e stellata che ci porta nel 2012 ha un senso diverso. E quei sorrisi caldi sotto la tenda e le luci in alto illuminano di speranze e di sogni l'anno che verrà.