San Benedetto, 20 settembre - Non sono valse a nulla le proteste e le proposte dell'Ordine degli Avvocati del Foro di Ascoli contro la soppressione della sezione distaccata del Tribunale di Ascoli Piceno a San Benedetto. Il provvedimento per la soppressione di 220 sezioni distaccate dei tribunali di Italia è esecutivo dal 13 settembre, e quella di San Benedetto è tra le sezioni che chiuderanno i battenti. Si consuma così l'attacco alla giustizia e in primis ai cittadini, così ha definito il provvedimento l'avvocato Maurizio De Tilla, presidente dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura, intervenuto recentemente all'Auditorium Tebaldini di San Benedetto, per discutere con gli avvocati del Foro di Ascoli Piceno la soppressione.

C'è ancora una speranza, però, per scongiurare l'attuazione del provvedimento. Il dl 7 settembre 2012 n.155, articolo 8, prevede che in caso di sussistenza specifiche, per ragioni organizzative o funzionali, il Ministro della Giustizia possa disporre la permanenza degli uffici da sopprimere, per 5 anni, (che diventano 6, in quanto la decorrenza parte un anno dopo l'entrata in vigore). L'idea degli avvocati è proprio quella di beneficiarne, acquisendo il parere favorevole del presidente del tribunale di Ascoli Piceno (attualmente assente di ruolo, ma presente con un facente funzioni), del consiglio giudiziario, del consiglio dell'Ordine degli avvocati di Ascoli, (sul quale sicuramente si potrà contare in senso positivo), e dell'amministrazione comunale di San Benedetto. «In tal senso sono intervenuti i primi contatti - dice l'avvocato Silvio Venieri, da sempre in prima linea, con i colleghi sambenedettesi e con l'Ordine degli Avvocati del Foro di Ascoli Piceno, in primis il presidente Francesco Marozzi, per scongiurare la soppressione - con il sindaco Giovanni Gaspari e gli amministratori e avvocati Leo Sestri, Paolo Canducci e Luca Spadoni. Inoltre, una decisione favorevole potrebbe determinare una modifica (entro due anni), come previsto dalla legge delega, tale da mettere al riparo il tribunale dalla soppressione, che ovviamente è da auspicare, affinché il territorio non sia penalizzato e i cittadini non debbano soffrire aggravi per il funzionamento della giustizia». Non bisogna dimenticare, in ogni caso, che il Tribunale di Ascoli non ha possibilità di accogliere la struttura organizzativa della sezione di San Benedetto, e sarebbe necessario reperire dei locali a pagamento, con aggravio di oneri, e quindi senza alcuna possibilità di un risparmio per il Ministero della Giustizia. Per quanto riguarda i Giudici di Pace, invece, ci sono due mesi perché i comuni che rientrano nella circoscrizione giudiziara degli uffici da sopprimere, (San Benedetto del Tronto, Acquaviva Picena, Monsampolo e Monteprandone), si impegnino a far fronte alle spese di funzionamento dell'ufficio (gli oneri vanno dai costi legati all'organizzazione e alla struttura a quelli per il personale amministrativo): «in tal caso il ministero ne prenderà atto e la soppressione sarà scongiurata - spiega Venieri - l'ulteriore ipotesi è di istituire a San Benedetto una sede distaccata dell'ufficio di giudice pace di Ascoli». Ma se nel primo caso, l'impegno delle amministrazioni comunali basterebbe ad evitare la soppressione, nel secondo caso si potrà concretizzare solamente tramite il decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro della Giustizia.

In questo clima si colloca lo sciopero proclamato per oggi e domani dall'Organismo Unitario dell'Avvocatura, in merito, tra le altre cose, proprio al tema della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, mentre dal 17 al 21 settembre l'Unione delle Camere Penali, ha proclamato l'astensione dalle udienze, per la mancata adozione di provvedimenti auspicati nel campo della Giustizia

Stefania Mezzina