Ascoli Piceno, 19 dicembre 2012 - E’ stato assolto per non aver commesso il fatto, il sambenedettese Nicola Guidi, comandante e armatore del peschereccio Rita Evelyn. Doveva rispondere dell’accusa del naufragio della sua imbarcazione e della morte dei marittimi Francesco Annibali di San Benedetto del Tronto, Luigi Luchetti di Martinsicuro, e del tunisino Ounis Gasmi, che abitava con la famiglia ad Offida.

Il Rita Evelyn colò a picco nella notte del 26 ottobre 2006, per motivi ancora ignoti, a circa 20 miglia dalla costa, nel tratto di mare, calmo, tra Grottammare e Pedaso e i tre sfortunati uomini furono ripescati solo parecchi giorni dopo il naufragio, dopo essere finiti ad 80 metri di profondità, insieme al relitto. Unico superstite fu il comandante Nicola Guidi, che quando fu ripescato in mare indossava il giubbotto di salvataggio, così come, al momento del recupero dei corpi, Luchetti e Gasmi, mentre il giubbotto di Francesco Annibali fu rinvenuto nelle vicinanze.

La sentenza è stata emessa martedì pomeriggio, dopo trenta minuti di camera di consiglio, dal giudice Giuliana Filippello, al Tribunale di San Benedetto del Tronto, in accoglimento della richiesta dei difensori dell’uomo, gli avvocati Francesco Voltattorni del Foro di Ascoli Piceno e Cristina Caruso del Foro di Milano motivata dall’assoluta mancanza di una causa per il naufragio e per il comportamento più che responsabile del loro assistito, che si attivò, purtroppo senza riuscirci, per portare in salvo il suo equipaggio, dopo aver ordinato a Francesco Annibali di “sgranare” l’elica, nel vano tentativo di riequilibrare l’imbarcazione.  Il sostituto procuratore di Ascoli Piceno, dottoressa Cinzia Piccioni aveva chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione, ritenendo responsabile Nicola Guidi per ciò che accadde quella notte, per non essere stato al comando del Rita Evelyn nel momento della pesca, lasciando al timone Francesco Annibali.

La sua assenza avrebbe causato il naufragio, non potendo lo stesso prendere immediatamente decisioni che potessero mettere in salvo l’equipaggio. In ogni caso, la dottoressa Cinzia Piccioni attenderà di leggere le motivazioni della sentenza, per decidere se impugnarla o meno. In aula non c’era Nicola Guidi, e nemmeno i familiari dei marittimi scomparsi, che erano stati risarciti tempo fa dalle assicurazioni e non si erano costituiti parte civile.

Stefania Mezzina