"A14 e superstrada: così non si può lavorare"

Dall’incendio nella galleria di Grottammare, nel 2018, inizia la via crucis. La rabbia dell’imprenditore: "Eppure il pedaggio lo paghiamo"

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Da un lato ci sono i comunicati ufficiali, di Autostrade, dell’Anas e chi più ne ha più ne metta che a volte arrivano persino a mostrare numeri "positivi". Dall’altro lato c’è un esercito di indemoniati al volante. Persone comuni, padri e madri di famiglia, che si trasformano in bestie di Satana quando imboccano la superstrada o la A14. La metamorfosi, dicono, avviene dopo pochi chilometri, non appena, cioè, le ruote del loro mezzo smettono di correre a 100-130 chilometri orari e si bloccano nell’ennesima coda a causa dei lavori. Queste persone pagano (le tasse e, soprattutto, il pedaggio) e vogliono un servizio all’altezza del costo sostenuto. Possono tollerare qualche minuto di coda, ma non tempi di percorrenza raddoppiati o triplicati. Nei cantieri vorrebbero vedere un formicolio di operai al lavoro di giorno e di notte. Ma non è così. E l’impressione è che, di fatto, il tratto ‘meridionale’ della A14 e la superstrada Ascoli-Mare siano da due anni in costante manutenzione. La cosa ha provocato le dure prese di posizione delle associazioni di categoria (l’ultima è stata Confindustria) ma colpisce soprattutto i ‘pesci piccoli’ che popolano e tengono in vita il mare magnum del tessuto economico, locale e nazionale. Massimiliano Berardi è un professionista ascolano di 53 anni. Si occupa della vendita e installazione di sistemi per la mobilità (in primis ausili per anziani e disabili) e dalla sede centrale del capoluogo Piceno si muove in tutte le Marche oltre che in Abruzzo, Lazio, Umbria e Emilia Romagna. Ogni anno lui e i suoi collaboratori percorrono 100mila chilometri, la maggior parte dei quali autostrada. "Faccio questo lavoro da quasi 30 anni, sempre nelle stesse zone, quindi sono testimone oculare dell’evoluzione della situazione" spiega. "Fino a qualche anno fa – racconta – dicevo ‘E’ meglio andare da Ascoli ad Ancona che attraversare la capitale’. Oggi muoversi qui, anche solo restando in provincia di Ascoli, è come farlo sul grande raccordo: code, restringimenti, lavori infiniti". "Dal 2018 – attacca - questo peggioramento della situazione ha subìto un improvviso picco. Dall’incendio in galleria a Grottammare una serie di disagi sia sulla A14 che in superstrada. Scrivetelo e ripetetelo dieci volte: insostenibili e inaccettabili, soprattutto per la A14 che è pagamento. Dopo il terremoto di Arquata siamo stati colpiti anche dal terremoto di Autostrade e il Piceno è sempre più isolato". "Vi dico solo che questa settimana – prosegue - per tornare da Ancona ad Ascoli sono uscito a Civitanova e sono passato per Sarnano. E, attenzione, ho impiegato 30 minuti in meno dei tempi di percorrenza indicati dai cartelloni di Autostrade. Insomma, siamo all’assurdo: si impiega meno passando per le montagne che utilizzando un servizio a pagamento". "Ascoli così non può sopravvivere: qui l’unica arteria percorribile rapidamente era proprio quella ‘a T’ composta da superstrada e autostrada verso nord o verso sud. Se viene resa inutilizzabile anche quella come pensiamo di poter rilanciare l’economia di questo territorio? La mia proposta – conclude - è un comitato di tutti noi fruitori quotidiani della A14 per proporre la sospensione del pedaggio fino a quando non funzionerà come si deve".

Gigi Mancini