Abbattuto anche l’hotel Madison

L’ennesimo albergo della riviera se n’è andato: da 110 siamo passati a 76 e un altro paio presto scompariranno

Migration

Un altro albergo della Riviera delle Palme se n’è andato. In questi giorni è stato demolito l’Hotel Madison, inaugurato nel 1971 dalla famiglia Pietro Illuminati e poi condotto dal figlio Mariano e dalla moglie Lea, fino all’anno scorso, prima di essere venduto. La stessa famiglia di imprenditori turistici che ha creato il rinomato ristorante Rustichello, per meglio focalizzare la situazione. Ora al posto del Madison non sarà ricostruito un nuovo hotel. E’ un destino capitato a numerose strutture ricettive che dagli anni d’oro, quando se ne contavano oltre 110, dopo la chiusura del Madison sono scese a 76. Ma il declino sembra essere inarrestabile, poiché ci sono ancora un paio di hotel che sembrano avviati a cambiare destinazione: in via di smantellamento. E’ vero che sulla Riviera sono sorti anche tanti B&B e residence, ma non potranno mani coprire i posti letto persi e che si rischia di continuare a perdere. Anche il servizio è diverso. Con queste prospettive diventa difficile ipotizzare una crescita che possa riportare la Riviera delle Palme ai numeri degli anni passati: non del 2019, che potrebbero essere raggiunti, ma quelli del 2015, per fare un esempio, quando vi fu un boom di presenze. Nel periodo di alta stagione si potranno fare piccoli miglioramenti, ma il contenitore, a livello di posti letto, non c’è più e sarà sempre più ridotto. I margini di miglioramento vanno cercati nella bassa stagione, nei mesi di maggio, giugno e settembre, ma per fare questo va trovato un brand, uno o più prodotti da vendere, quanto meno a livello provinciale. Ora si parla di stanziare 20 mila euro per affidare l’incarico ad un esperto di marketing turistico che venga a studiare un "marchio" del territorio: quali possono essere le attrattive per portare turisti nel Piceno con l’intento di allargare la stagione estiva.

"La nostra riviera non offre margini di investimenti – afferma il presidente dell’Associazione Albergatori Nicola Mozzoni – Non è un caso che non ci siano alberghi di grandi catene. Dobbiamo creare esperienze di vacanza nuove, anche per ovviare al problema meteorologico da cui spesso dipendente l’andamento della stagione. Il calendario degli eventi non basta per portare gente. Ben venga l’esperto di marketing, ma poi i suggerimenti ed i progetti vanno perseguiti e per farlo c’è bisogno di fare gruppo, cosa che è stata sempre difficile tra gli operatori turistici locali. Non c’è ricambio generazionale, è vero, però ultimamente questo messaggio sta passando. Si inizia a capire e a sentire la necessità di lavorare insieme". Meglio tardi che mai. La logica di zappare ognuno il proprio orticello non funziona più.

Marcello Iezzi