Accattonaggio con i cuccioli, è polemica

La Lega in pressing sull’amministrazione per chiedere maggiori controlli, Europa Verde bolla l’alzata di scudi come "demagogica"

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Non è Pasqua per tutti: non per i numerosi poveri che cercano di sfangarla per le vie della città, non per chi non ha nemmeno un tetto sopra la testa ed è costretto a ripararsi nei sottopassi ferroviari, negli anfratti. Persone che chiedono l’elemosina e per le quali, secondo la Lega, il comune dovrebbe trovare una soluzione adeguata. L’amministrazione guidata da Spazzafumo, per i salviniani della riviera, dovrebbe effettuare maggiori controlli per evitare che il fenomeno dilaghi a San Benedetto. È anche per questo che la responsabile del Dipartimento Tutela del Benessere Animale Lucia Rossetto, assieme a Laura Laviano, lo scorso 11 aprile hanno incontrato il sindaco, "per cercare di trovare una soluzione al gravoso problema dell’accattonaggio – scrivono i referenti locali della Lega - con lo spregevole utilizzo di piccoli cuccioli di cane, maltrattati, denutriti e sfruttati unicamente al solo scopo di impietosire i passanti per un euro in più". La questione è stata sollevata anche a seguito di un esposto dell’Enpa (Ente Nazionale di Protezione Animali) che alcuni giorni fa sottolineava come in riviera il maltrattamento degli animali sia diventato una piaga alla quale porre freno immediato.

Il problema deve ancora essere discusso all’interno della maggioranza, ma nel frattempo l’iniziativa dei leghisti ha suscitato forti malumori nel centrosinistra, soprattutto nella coalizione guidata da Paolo Canducci. Europa Verde infatti ricorda come il comune di San Benedetto abbia già un regolamento per la tutela e il benessere animale, che vieta, per motivi di accattonaggio, l’utilizzo di animali in stato di incuria, denutrizione e in precarie condizioni di salute. "Se l’intenzione è quella di perorare la causa del divieto assoluto di accattonaggio, ci sembra un’azione del tutto scellerata e demagogica, completamente scollata dalla realtà – attacca Alice Agnelli – È facile comprendere, infatti, quanto il problema sia in realtà molto più complesso di quello che si vuol far apparire. La verità è che ogni situazione va analizzata nel concreto. Per i senzatetto i cani spesso rappresentano una fondamentale e a volte unica compagnia, fonte di affetto ed autostima, gli unici in grado di restituire un po’ di dignità a queste persone dimenticate. Chiaramente qui non si vuole affermare che tutti i senzatetto trattino bene i propri cani, ma sequestrare i loro cani significa chiuderli nelle gabbie del canile e a volte gettare le chiavi". La soluzione più ragionevole, per Agnelli, "è di aiutare i senzatetto che diano garanzie di buon trattamento dei propri animali e punirli in caso di comportamenti perseguibili a livello amministrativo o penale, come dovrebbe avvenire nei confronti di chiunque sia detentore di animali, quindi senza alcuna discriminazione. L’aria che tira, però, non sembra questa".

Giuseppe Di Marco