Accessi boom al Pronto soccorso, 300 chiamate al giorno al 118

Situazione al limite all’ospedale Mazzoni. Il personale. è allo stremo

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Giornate di intenso lavoro per il Pronto soccorso dell’ospedale ‘Mazzoni’ e per la centrale operativa del 118 che, tra l’aumento degli accessi e delle chiamate per Covid e l’incremento dell’attività ordinaria così come avviene normalmente durante l’estate, sono ormai al collasso. Nella serata di lunedì, il Pronto soccorso di Ascoli è stato costretto ad attivare l’iperafflusso a causa, sia della presenza in contemporanea di dieci pazienti Covid, sia del numero elevato di accessi. L’iperafflusso si verifica quando il numero dei pazienti che si presentano in Pronto soccorso (trasportati in ambulanza o con mezzi propri) supera il 91° percentile di quelli che mediamente si presentano (calcolato cioè sulla base della distribuzione degli accessi dei 12 mesi precedenti) per un tempo definito. Si tratta, in sostanza, di un protocollo che viene applicato in caso di sovraffollamento. Nel caso specifico del Pronto soccorso del ‘Mazzoni’, per far fronte alla situazione di emergenza il medico di turno del pomeriggio è rimasto anche la sera ed è stato chiamato in servizio l’infermiere reperibile. Ma la situazione non è certo migliore alla centrale operativa del 118 dove in questo periodo arrivano in media circa 300 chiamate al giorno, e dove il poco personale che c’è è allo stremo.

Ieri, intanto, è stata ripristinata la risonanza magnetica dell’ospedale di San Benedetto che aveva subito un guasto. Dalla direzione dell’Area vasta 5 fanno sapere che "gli esami diagnostici non effettuati saranno recuperati nei prossimi giorni, i pazienti sono già stati contattati. Al nosocomio della riviera è comunque attiva un’altra risonanza magnetica aperta e gli eventuali esami urgenti sono stati dirottati ad Ascoli".

l. c.