Agevolare il settore della pesca

Marinangeli: "Queste le mie proposte per risollevare la situazione"

Riduzione dei diritti d’asta per i pescatori, spese per la tara quasi totalmente a carico dei commercianti ittici: sono queste le proposte che verranno avanzate dal consigliere Lorenzo Marinangeli per venire incontro alle esigenze del comparto. Un settore, quello della pesca, funestato dalla pandemia, dalla crisi economica internazionale e dall’assenza di un dibattito aperto sulle politiche di fermo biologico. "Se dicessi che i pescatori sono a terra, non andrei molto lontano dalla verità – dice il leghista – tra la pandemia che dura da oltre due anni, la guerra in Ucraina e il caro gasolio, gli introiti si sono ridotti notevolmente, tra il 20 e il 30%. E adesso, dal 12 agosto al 22 settembre, saremo costretti a subire le conseguenze di un nuovo fermo. Ci vogliono segnali di ripresa e devono venire soprattutto dalla politica, anche quella regionale e locale". Nel consiglio comunale di agosto, il consigliere discuterà una mozione per rivedere i contributi fissi relativi all’uso del mercato ittico per la vendita quotidiana del pescato. "Nello specifico – continua Marinangeli – proporrò, come già chiesi alla precedente amministrazione, di ridurre dello 0,5% i diritti d’asta dei pescatori, e quindi farlo passare dal 4 al 3,5%". Numeri piccoli solo all’apparenza, considerando la mole di lavoro prodotta all’interno del mercato di via Colombo. Ma non finisce qui. "Propongo che la spesa per le cassette di polistirolo sia quasi del tutto a carico dei commercianti – aggiunge il consigliere – per ora il costo è diviso equamente con i pescatori, ma io penso che i commercianti debbano versare l’80% e i pescatori il 20%". In questo modo si vorrebbe indurre il comparto ad utilizzare il polistirolo anziché la plastica, nonostante siano stati stanziati fondi dalla regione per tornare a quest’ultimo tipo di materiale. Per Marinangeli, la tara in plastica sarebbe difficile da mantenere e restituire, a differenza di quelle usa e getta, che però vengono spesso buttate in mare".

g.d.m.