REDAZIONE ASCOLI

Aggressioni e molestie: assolto

Per i giudici non era capace di intendere. Se l’è presa col suo cane, con una coppietta e con una famiglia

Era totalmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto e per questo va assolto. Questa la sentenza emessa ieri dal tribunale di Ascoli nei confronti di un ascolano finito sotto processo per le accuse di violenza sessuale, atti osceni in luogo pubblico, lesioni personali aggravate e minaccia.

Il 29enne questi reati era accusato di averli commessi alle Piagge il 14 ottobre del 2018. L’uomo, assistito dall’avvocato Mauro Gionni, quel giorno fu protagonista in negativo di due episodi, uno avvenuto in tarda mattinata e l’altro a metà pomeriggio, ma per entrambi è stato assolto; nel contempo il giudice ha disposto un anno di libertà vigilata e che attui la terapia medica disposta dai medici che lo hanno in cura, senza la quale la sua pericolosità sociale aumenterebbe.

I fatti, dicevamo, si sono svolti nell’autunno di tre anni fa.

Era mezzogiorno e nei boschi c’era una famiglia che stava raccogliendo castagne, moglie, marito e due figli di 9 e 2 anni. Il 29enne li avrebbe affrontati a brutto muso intimando loro di non raccogliere le castagne in quanto era lui ad averne diritto e non loro. Il papà ha obiettato che non c’erano cartelli che indicavano una proprietà privata o un divieto di raccogliere le castagne. Ma siccome era più che altro una gita fatta con la famiglia, in particolare per i due bambini, per il quieto vivere si è offerto i pochi marroni che avevano già raccolto, contenuti in un sacchetto di carta.

Ma al giovane la proposta non è piaciuta: ha estratto un coltello e ha tagliato il sacchetto. Il padre di famiglia a quel punto si è adirato minacciando di chiamare i carabinieri: per tutta risposta il 28enne si è abbassato i pantaloni e le mutande mostrando i genitali a tutta la famiglia e minacciando di morte il genitore. Alle 17 ha poi incrociato una coppietta. E’ stata in verità la ragazza a fare la prima mossa rimproverando il 28enne per aver preso a calci poco prima il suo cane. L’uomo ha reagito iniziando a palpeggiarla nelle parti intime. Il fidanzato è intervenuto, ma è stato colpito alla testa con un bastone. Le attenzioni del 28enne sono poi tornate verso la ragazza alla quale ha ripreso a palpeggiarle il seno prima di andare via urlando che se avesse voluto ci avrebbe fatto l’amore, usando un termine più volgare. Sulla sentenza assolutoria ha avuto un peso decisivo la perizia psichiatrica del dottor Quercia il quale ha stabilito che il 29enne è affetto da un disturbo psicotico cronico di tipo paranoide e che i comportamenti assunti quel giorno, a causa della sua malattia, erano solo volti a proteggere la sua proprietà. Una tesi non condivisa dall’avvocato Annalisa Corradetti che assisteva la donna che era stata palpeggiata.

Peppe Ercoli