Agguato a Cesaroni, si scava nel passato dell’ex dirigente dell'Ascoli

Ascoltati i familiari: testimoni chiave un’infermiera e un automobilista

Alessandro Cesaroni insieme a Roberto Benigni

Alessandro Cesaroni insieme a Roberto Benigni

Ascoli, 15 dicembre 2016 - Sono stati ascoltati familiari e amici di Alessandro Cesaroni. Gli inquirenti che indagano sull’accoltellamento dell’ex dirigente sportivo dell’Ascoli Calcio stanno sentendo le persone che sono a stretto contatto con lui e che, quindi, potrebbero essere venute a conoscenza di aspetti utili a risalire agli autori dell’agguato.

Sembra che il 41enne sia stato in un recente passato oggetto di minacce e atti intimidatori. Ma è una circostanza che lui stesso dovrà confermare e, nel caso, spiegare nel dettaglio, per capire se può esserci un legame con l’episodio di lunedì, quando l’uomo è stato aggredito con cinque coltellate e una bastonata in testa.

Al momento è presto per avanzare ipotesi e tutte le piste rimangono in piedi, ma si scava soprattutto nella vita privata e nell’ambiente lavorativo. Di sicuro, si è trattato non di un avvertimento o di una spedizione punitiva, ma di un vero e proprio tentativo di omicidio. E per questo la vicenda non può essere etichettata come un semplice atto intimidatorio. Cesaroni, a causa di una coltellata all’altezza dell’addome, ha riportato la perforazione di un polmone e soltanto l’intervento di un passante e i soccorsi immediati hanno impedito che la cosa degenerasse.

E’ stato infatti un automobilista, suonando il clacson, a mettere in fuga gli aggressori evitando che continuassero a infierire su Cesaroni, mentre un’infermiera non in servizio, che si trovava in zona in quel momento, ha prestato al 41enne le prime cure in attesa dell’arrivo del 118. Queste due persone rappresentano anche i supertestimoni, coloro che hanno visto i malviventi prima che si dileguassero. I due soggetti avevano il volto travisato da sciarpa e cappellino, ma la descrizione della corporatura e di altri dettagli potrebbe rivelarsi fondamentale.

Si cercano inoltre altri testimoni, perché l’episodio è avvenuto poco dopo le otto di mattina e quindi molte persone erano in strada e potrebbero aver visto gli aggressori mentre, a piedi, fuggivano tra le strade del quartiere di San Filippo.

Potrebbero essere importantissime anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza di negozi e scuole della zona. Cesaroni è stato aggredito davanti alla palazzina in cui ci sono l’appartamento della madre e lo studio medico del fratello. L’ex dirigente sportivo, che ora collabora con il fratello ed è impegnato nel ramo delle assicurazioni, è stato colpito da dietro, mentre stava sistemando dei cartelli stradali.

Una volta a terra è stato raggiunto da cinque coltellate. Non ha avuto modo di difendersi, né di capire con chi ha avuto a che fare. Ascoltato a lungo dagli agenti della squadra mobile, non ha saputo dare spiegazioni su chi potesse avercela con lui al punto di arrivare quasi d ucciderlo. Il sostituto procuratore Mara Flaiani ha aperto un fascicolo a carico di ignoti con l’accusa di tentato omicidio.