Anticorpi monoclonali, eseguite 211 infusioni

Giovedì è arrivato un nuovo approvvigionamento, il direttore Mazzoni: "Eravamo agli sgoccioli"

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Al ‘Mazzoni’ sono state eseguite complessivamente 211 infusioni e hanno riguardato pazienti, sia non vaccinati, sia vaccinati, anche con la terza dose. Il primato tutto marchigiano di utilizzo degli anticorpi monoclonali è in parte merito anche di Ascoli dove, da quando è possibile farne uso, ne sono stati fatti sempre tanti. Con una media, oggi, di circa cinque al giorno in Area vasta 5. Secondo un rapporto Aifa, nella settimana tra il 6 e il 12 gennaio, le Marche sono state la prima regione italiana che vi ha fatto ricorso nella cura del Sars-Cov-2. A fronte di 13.372 nuovi positivi sono state richieste 152 sacche di trattamento, con un prevalenza dell’1,14%. Il percorso dell’utilizzo degli anticorpi monoclonali è stato attivato dalla Regione il 17 marzo scorso e la prima somministrazione in Area vasta 5 è avvenuta il 24 marzo. Negli ospedali piceni, autorizzati alla prescrizione sono il direttore dell’unità operativa complessa di pneumologia ,Vittorio D’Emilio, e il direttore del Pronto soccorso e della medicina d’urgenza di San Benedetto, Giuseppina Petrelli. Nella giornata di giovedì, nel Piceno, è arrivato un nuovo approvvigionamento, in quanto proprio a causa del largo utilizzo erano quasi terminati. "Sono arrivati giovedì – dice il direttore del dipartimento farmaceutico, Isidoro Mazzoni –, eravamo agli sgoccioli, si è trattato di un rifornimento straordinario. Ma a tutti i pazienti nei confronti dei quali era necessario procedere con l’infusione degli anticorpi monoclonali non è stato negato il trattamento. Questo perché abbiamo, comunque, sempre una scorta minima". L’unico problema, ora, perlomeno per quanto riguarda l’ospedale ‘Mazzoni’, è che i due posti letto lasciati nella pneumologia Covid per l’infusione sono stati occupati da pazienti positivi. Il reparto diretto da D’Emilio è infatti pieno, ci sono 18 degenti e per il momento non c’è spazio per nessun altro. La terapia con i monoclonali è ambulatoriale e non richiede il ricovero del paziente il quale, dopo aver ricevuto la somministrazione e dopo un breve periodo di osservazione, torna a casa autonomamente.

L’infusione è stata autorizzata per le persone con età maggiore di 12 anni con comorbidità e in tutte quelle con età maggiore di 65 anni, con sintomi di grado lieve-moderato. Per essere maggiormente efficaci devono essere somministrati precocemente dopo il riscontro della positività al tampone, non oltre i 10 giorni dall’esordio dei sintomi. Nell’ospedale di Ascoli le 211 persone che hanno ricevuto il trattamento sono state intercettate grazie anche alla collaborazione dei medici di medicina generale, dei medici delle Usca, ma anche in seguito all’accesso al Pronto soccorso. L’attività è stata notevolmente intensificata proprio in risposta al crescente numero di pazienti positivi. Lorenza Cappelli