"Questa operazione rappresenta un risultato di assoluto rilievo; ci sono poche operazioni in questa provincia di misure come il sequestro patrimoniale". Così il comandante provinciale della Finanza Gianfranco Lucignano commenta l’operazione riguardante due fratelli in odore di mafia. Il colonnello Lucignano spiega che "il processo di un sequestro patrimoniale nell’ambito delle misure di prevenzione antimafia è distinto dalle indagini giudiziarie tradizionali. "Si parte dai dati freddi, selezionando residenti di province tranquille come quella di Ascoli, ma originari di aree con note fenomenologie criminali; si identifica un profilo soggettivo, ovvero individui con precedenti di polizia o condanne rilevanti, come i due fratelli residenti a San Benedetto. Infine – aggiunge - la normativa antimafia consente di aggredire i patrimoni accumulati illecitamente, basandosi su una sproporzione tra il reddito dichiarato e il patrimonio posseduto, indicando che tali beni sono frutto di attività criminali passate". Difatti, desunta così la "pericolosità sociale" è stata condotta una meticolosa ricostruzione del patrimonio dei due fratelli e della famiglia, evidenziando la palese "sproporzione" tra i redditi dichiarati e i capitali impiegati.
Cronaca"Antimafia, ecco come inizia l’inchiesta"