Appignano, oltraggio alle vittime di Ahmetovic. Imbrattato il muretto degli angeli

Corradetti: "Gesto tremendo"

Appignano, il muretto imbrattato

Appignano, il muretto imbrattato

Ascoli, 2 settembre 2017 - Il muretto degli angeli imbrattato dai vandali. Quel muretto diventato il luogo simbolo della tragedia di Appignano. Alex Luciani, 16 anni, Eleonora Allevi, 19, Davide Corradetti, 16 e Danilo Traini, 17, abbandonato il muretto, dove si riunivano ogni sera ad Appignano decisero di andare a prendere un gelato a Castel di Lama quando improvvisamente un furgone, con a bordo un rom ubriaco, Marco Ahmetovic, a folle velocità, li travolse ed uccise.

Nella notte tra mercoledì e giovedì alcuni balordi hanno deturpato il muretto con delle scritte con la vernice rossa. ‘Ciarro’ e ‘Acab’ le scritte apparse e che hanno stupito e fatto arrabbiare un’intera comunità. Il muretto è il luogo dei ricordi, a cui la comunità ha affidato dei post it, dove ognuno può scrivere frasi. Naturalmente l’intenzione era quello di regalare una bacheca dove la comunità poteva condividere gioia e dolore. Un modo anche per poter superare quella grande tragedia.

A distanza di dieci anni il rispetto è venuto meno. «L’amministrazione comunale di Appignano – scrive il sindaco Sara Moreschini – condanna con fermezza il vile gesto. Largo degli angeli quattro ragazzi: Eleonora, Alex, Danilo e Davide avevano scritto sul muro assieme ai loro amici ‘per sempre con noi’, un abbraccio affettuoso ad un amico che purtroppo li aveva lasciati troppo presto. Quella scritta l’abbiamo voluta salvare come testimonianza dell’affetto che i bravi ragazzi sanno esprimere. Vicino abbiamo fatto dei post it dove i giovani possono scrivere, invece si imbrattano i muri con frasi insensate, si disegnano e si scrivono parolacce sul monumento, si rompono le piante e la fontana. Chi non rispetta il bene comune non rispetta se stesso e offende una comunità intera».

Più duro il commento di uno dei genitori dei quattro giovani, Luigi Corradetti, che attacca: «È stato tremendo, un gesto che ha rinfiammato il dolore. Si tratta di comportamenti indegni ed inqualificabili». Poi rivolgendosi direttamenti incalza: «Tu puoi fare quello che vuoi, scrivere quello che vuoi, ma non ti devi permettere di toccare i sentimenti altrui. Per me è come vedere la lapide di mio figlio imbrattata, non rispetti il dolore né il luogo a me caro».