Aree montane, ecco gli infermieri di comunità

Nel progetto dell’Area Vasta coinvolti 17 Comuni dell’entroterra, da Arquata a Carassai, per offrire servizi alle piccole realtà

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Ricostruire il tessuto sociale delle zone colpite dal sisma garantendo un adeguato livello del servizio sanitario. Attraverso l’introduzione della figura dell’infermiere di comunità l’Asur-Area Vasta 5 e l’area interna hanno voluto unire le forze per salvaguardare la salute di chi vive nei borghi della provincia. Ben 17 i comuni coinvolti nel progetto sviluppato: Acquasanta, Arquata, Carassai, Castignano, Comunanza, Cossignano, Force, Montalto, Montedinove, Montegallo, Montemonaco, Offida, Palmiano, Roccafluvione, Rotella, Appignano e Venarotta. "Abbiamo iniziato questo percorso grazie ad una delibera regionale del 2018 – commenta Massimo Esposito, direttore Area Vasta 5 –, e dopo l’avvio è stata una bella soddisfazione veder realizzato il tutto. Purtroppo questo territorio presenta delle ferite prodotte dagli effetti del terremoto che hanno disgregato e creato un flusso di depauperamento dei comuni. Con questo progetto invece riusciremo ad incrementare i servizi in queste quattro aree sanitarie".

"Dal 2018 ad oggi è cambiato il mondo anche grazie alla pandemia – aggiunge la dottoressa Giovanna Picciotti –. A noi operatori sanitari è servito per capire come portare ai cittadini dei servizi fuori dal proprio ambito di vita. Con il Pnrr ci saranno date due case di comunità: una ad Acquasanta e l’altra a Comunanza. Di queste strutture certamente non faremo delle cattedrali nel deserto. Ecco così che abbiamo lavorato molto per cercare di coprire quelle aree carenti. Attualmente nei 17 comuni previsti abbiamo 22 medici di medicina generale. C’è una strettissima collaborazione con le amministrazioni comunali. Abbiamo provveduto all’acquisto degli strumenti e delle attrezzature necessarie. Con questa possibilità non sarà necessario recarsi presso gli ospedali fuori dal proprio comune di appartenenza, ma si potrà beneficiare dei servizi nel luogo in cui si vive. Nei primi giorni di settembre è stato necessario allestire gli ambulatori. Dal Bim ci sono stati forniti degli apparecchi molto importanti per la telecardiologia. Inoltre in questi comuni più piccoli potremo accogliere cittadini provenienti da quelli più grandi così da favorire uno scambio". Presenti per l’occasione anche Giuseppe Amici e Fabio Polini, rispettivamente sindaci di Palmiano e Castignano. "L’iniziativa viene inquadrata in un’ampia strategia di ricerca e assistenza – spiega Amici -. La strategia interna non riguarda solo la sanità. Ci sono altri percorsi che stiamo portando avanti come un servizio di trasporto a chiamata". "Noi non vogliamo essere il problema – aggiunge infine Polini –, ma possiamo essere la soluzione. Vivere in una realtà piccola e sana aiuta il benessere della persona. Qualche servizio c’è, qualcuno manca. I risultati stanno arrivando".

Massimiliano Mariotti