Arquata con la pluriclasse "Qui siamo abbandonati"

Lo sfogo di una mamma: "Saremo costretti, prima o poi, a spostarci. Per dividere le aule per fortuna presto saranno usati i soldi delle donazioni"

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Ripartenza del nuovo anno scolastico in pluriclassi, oggi, per i bambini iscritti al plesso di primaria e secondaria di primo grado di Arquata facente parte dell’Istituto comprensivo del Tronto e Valfluvione. Purtroppo, infatti, non ci sono i numeri minimi per istituire, né le cinque classi separate delle elementari, né le tre classi separate delle medie, con l’unica eccezione delle terza media che non sarà accorpata. Si ripete, dunque, quello che è già accaduto negli anni passati e che penalizza ulteriormente un comune come Arquata, tra i più danneggiati dal sisma del 2016, che rischia davvero di perdere un servizio importante per la rinascita e il ripopolamento del paese come la scuola. In realtà, però, l’amministrazione comunale, insieme alle associazioni che a vario titolo sono nate in seguito al terremoto, ha trovato una soluzione per dividere, presto, tutte le classi, sia della primaria, sia della secondaria di primo grado dove, rispettivamente, si riparte oggi con la prima, seconda e terza, la quarta e quinta elementare, e la prima e la seconda media accorpate. "Grazie all’intervento del sindaco, delle associazioni locali e del preside – dice Aurora Lauri, che si fa portavoce di tutte le mamme di Arquata con figli in età scolare – i docenti che faranno le ore aggiuntive saranno pagati con i soldi delle donazioni private per la scuola di Arquata. Saranno venti ore in più che verranno utilizzate per sdoppiare le classi solo nelle materie più importanti. Lo Stato non ci ha mai ascoltato: attraverso un decreto legge doveva infatti essere approvata la riduzione del numero minimo di alunni per formare le classi, soprattutto in paesi di montagna. Per le ore aggiuntive chiederanno prima agli insegnanti che stanno già dentro la scuola, dopodiché si attingerà da una graduatoria. Alle elementari, facendo il tempo pieno, le ore aggiuntive si possono fare più facilmente perché nel corso della mattina seguono separati le materie più importanti come ad esempio italiano, storia e matematica, il pomeriggio quelle che si possono fare insieme come ad esempio musica, disegno e ginnastica". "Anche quest’anno – continua – alla scuola di Arquata non sono state date le ore aggiuntive, sedici pagate dallo Stato, che vengono assegnate a quasi tutte le scuole. La ricostruzione sembra ormai partita, ma ricostruire le case e non avere più una scuola che rappresenta il futuro non ha senso. Saremo costretti, prima o poi, a spostarci. E’ vero che secondo la legge abbiamo torto perché per la formazione di una classe devono esserci minimo dieci alunni iscritti, e noi non li raggiungiamo in nessuna classe, però Arquata ha bisogno di futuro e speranza. Se togli la scuola è finita".

Lorenza Cappelli