Ascoli, il viaggio all'interno della ex Carbon / FOTO

Dismesso nel 2007, l'enorme ecomostro sta per essere bonificato. All'interno, uno scenario lugubre e tante scorie

All'interno della ex Sgl Carbon

All'interno della ex Sgl Carbon

Ascoli, 10 agosto 2018 – Dopo anni di attese, complicanze burocratiche, lotte e speranze, ieri è arrivato il grande giorno. È stato finalmente adottato il programma di riqualificazione dell’area Carbon, che consentirà di liberare dai veleni uno spazio di ben 27 ettari. E noi siamo entrati a fare un giro all’interno dell’ex fabbrica, per non dimenticare il luogo che ha rappresentato mezzo secolo di storia. Un luogo che per anni ha dato lavoro agli ascolani, ma che ha lasciato una pesante e nociva eredità.

Una distesa silenziosa di scorie e rottami, polveri scure, pozze rossastre, tubi incrostati di pece, silos distrutti e, qua e là, inquietanti cartelli di pericolo. È così che ieri mattina, in una calda giornata estiva, è iniziato il nostro viaggio all’interno del grande ecomostro: lo stabilimento della ex Sgl Carbon, dismesso dal 2007 e mai bonificato. La sua storia è lunga quasi un secolo e il suo nome più antico è ‘Elettrocarbonium’. Un nome che resterà inciso forse per sempre nelle menti di chi, per tanti anni, lì dentro ci ha lavorato, rischiando la vita ogni giorno a contatto con sostanze cancerogene, come l’amianto, la cui bonifica è avvenuta soltanto l’anno scorso.

A guidarci nel viaggio è stato Marsilio Antonucci, ex dipendente e oggi sindacalista della Cisl. «Ho lavorato qui dentro per 28 anni – ha raccontato durante il tragitto – ero un conduttore di forno e supervisore, conosco ogni angolo di questo stabilimento». E Antonucci ci ha fatto strada davvero in ogni angolo della ex fabbrica, per lo meno nei luoghi accessibili e meno pericolosi. Dall’ingresso, dove arrivavano i treni merci, passando per i forni, dove venivano messi in cottura i pezzi da lavorare insieme al coke petrolifero, necessario a non farli fondere. E poi le cabine di controllo, i silos, l’officina di manutenzione, l’impianto di calcinazione, le caldaie a vapore, i depositi e tanto altro. Tutto quello che ancora oggi si trova all'interno del sito e che dovrà essere bonificato.

«Questa fabbrica ha prodotto per quasi un secolo elettrodi e materiali di grafite – ci ha spiegato Antonucci – era il fondamento dell’economia ascolana. Lavorare qui dentro, però, non era facile». Ma come funzionavano i processi di lavorazione? E quale impatto avevano sull'ambiente? La pece di catrame di carbone fossile era una materia prima dell’azienda. Veniva mescolata a caldo al carbone inerte e poi sottoposta a trattamento termico in forni ad alte temperature. Era questo il processo più problematico, perché durante la cottura, si producevano gas ricchi in Ipa (idrorcarburi policiclici aromatici), immessi nell'atmosfera dalle ciminiere. Problematico anche l'aspetto relativo alla contaminazione del suolo da Ipa, pece di catrame a altri pericolosissimi veleni, oltre allo scarico di liquami nel fiume e nella falda. Senza contare gli oli combustibili pesanti, stoccati in serbatoi interrati. Tutto ciò dovrà essere bonificato, e sarà un processo lungo e

«In alcuni punti la temperatura raggiungeva i 62 gradi - ha spiegato ancora la nostra guida - e nell’area sotterranea, i forni arrivavano a temperature superiori ai 1200. Una delle mansioni peggiori quella di scendere nell’area sotterranea per fare la manutenzione dei forni». Un mestiere duro, che necessitava di personale altamente specializzato. Il minimo errore poteva infatti risultare fatale. «Questa fabbrica non chiudeva mai – ha continuato a raccontare Antonucci – si lavorava notte e giorno, con alternanza di turni. Il personale era qualificatissimo, perché si stava a contatto con molte sostanze pericolose, come la pece, l’antracite e l’acido cloridrico. Questo, ad esempio, era un punto dove, in alcune ore del giorno, non si poteva entrare, perché si lavorava con l’alta tensione che generava campi magnetici. Dalle ciminiere, invece, uscivano i fumi della combustione prodotti dai forni». Quei fumi densi e neri, che per anni hanno intossicato la città. Ma da oggi, tutto questo non sarà che un lontano ricordo. Il lavoro di bonifica sarà lungo e difficile, ma la città è già pronta ad esultare per questa grande vittoria.