
Lo striscione di protesta dei tifosi
Ascoli, uno strazio senza fine. La sconfitta incassata col Pineto (0-1), la terza consecutiva dopo quelle fatte registrare con Ternana (0-3) e Perugia (2-1), ha confermato il momento nero del club di corso Vittorio Emanuele che ormai da tempo non naviga in buone acque sia per quanto riguarda l’andamento della squadra in campo, sia per ciò che invece concerne la gestione operata dall’attuale società. Le ormai note problematiche di natura economica. Le durissime contestazioni rivolte a Massimo Pulcinelli, al presidente Carlo Neri e al direttore generale Carlo Verdone. Le parole dell’imprenditore romano a capo della Bricofer Group che ha affermato di vendere il club entro questo mese di marzo. Le interlocuzioni già avviate con Benedetto Mancini, ex presidente del Latina e personaggio che nel corso degli ultimi anni ha fatto parlare molto di sé in occasione delle tante trattative avviate per rilevare svariate società e quasi tutte mai arrivate a definizione. Mettendo insieme già soltanto questi tasselli sarebbe facile comprendere quanto il futuro del Picchio sembrerebbe proprio essere tutt’altro che roseo. E qui manca tutto il discorso relativo alla Genco Srl di Diego Corsalini, quest’ultimo rimosso sul sito tra i membri del consiglio di amministrazione ma probabilmente ancora in carica, e all’altro partner Maryan Vannini. Aziende coinvolte nella nota vicenda della truffa dei superbonus scovata dal comando di Fermo della Guardia di Finanza. L’ultimo scheletro uscito dall’armadio del club bianconero è il passaggio del testimone all’interno della Ferinvest Srl, società che detiene le quote azionarie del Picchio, da Massimo Pulcinelli a sua figlia Alexia. Proprio lei oggi sarebbe l’amministratrice unica secondo quanto emerso dai dati raccolti dalla Camera di Commercio. Eloquente lo striscione degli Ultras 1898 comparso ieri sera all’incrocio dell’Aci: "Alexia vendi l’Ascoli Calcio". Anche sul rettangolo verde l’andamento della stagione è drammatico. Il solito valzer in panchina, dove si sono susseguiti quattro tecnici, non è mai riuscito a risolvere i problemi generati dal mercato operato dalla società durante la scorsa estate e nella recente sessione invernale. Una serie di operazioni mai giunte a completare la rosa nelle zone del campo in cui invece vi era necessità. Ecco quindi che tra infortuni e assenze varie, quella che adesso anche Cudini è costretto a mandare in campo continua ad essere una formazione incompleta e alle prese con le solite difficoltà nel fare gioco e trovare le adeguate soluzioni per creare pericoli. Il silenzio stampa e il ritiro della squadra deciso dagli attuali vertici non si sa quanto potrà essere utile per risolvere la situazione. La frattura tra piazza e club è ormai netta e insanabile. Nelle ultime otto tappe di un’altra sofferta stagione, l’Ascoli proverà almeno a salvare la propria dignità onorando il campionato fino al suo epilogo. Poi quel che sarà, sarà. Intanto il prossimo appuntamento sarà quello di domani sera in casa del Campobasso dell’ex socio Matt Rizzetta.
Massimiliano Mariotti