Attenzione al dilagare delle fake news Il conflitto combattuto anche a colpi di post

I social rappresentano il nuovo fenomeno globale dei nostri tempi che, come un’ondata travolgente, ha cambiato la vita di tutti. È inevitabile, quindi, che ricoprano un ruolo di rilievo anche nella narrazione della crisi ucraina visto che documentano gli eventi bellici inondandoci di video e post di civili e soldati che, cellulari alla mano, ci rendono partecipi di bombardamenti, avanzamenti o arretramenti delle truppe e distruzioni. Se infatti la guerra del Vietnam è stata la prima a essere trasmessa quotidianamente in televisione e se l’uso dei social network in guerra non è nuovo perché utilizzati per organizzare manifestazioni e influenzare l’opinione pubblica già durante la primavera araba, il conflitto in Ucraina è l’unico combattuto non solo sui social, ma dai social. Viene da chiedersi: le notizie diffuse però saranno tutte reali? In verità molte sono anche fake news. Ad esempio, era stato annunciato che sull’Isola dei Serpenti tredici soldati ucraini erano stati uccisi dai Russi dopo aver risposto con un eloquente "Andate a quel paese" all’ordine di arrendersi. Lo stesso presidente ucraino aveva rilanciato la ‘notizia’ proclamandoli eroi nazionali. In realtà non erano stati uccisi.