Terremoto Marche, Aurora lascia Milano e investe a Spelonga

Una piccola attività di affittacamere nel cuore del cratere sismico

La storia di Aurora D'Ortenzi, che investe nelle zone del sisma

La storia di Aurora D'Ortenzi, che investe nelle zone del sisma

Ascoli, 19 marzo 2019 - Il richiamo della sua terra ha portato Aurora a lasciare Milano, dove aveva studiato architettura, per tornare a Spelonga, frazione di Arquata duramente colpita dal terremoto. Un ritorno per ricominciare dalla montagna e da una piccola attività, quella di affittacamere per la precisione. “L’attività si chiama ‘Il giardino dei monti’ e l’ho aperta nel 2014 – spiega Aurora D’Ortenzi – ed è andata avanti normalmente fino al sisma. Poi per quasi un anno e mezzo c’è stato lo stop di tutto. Nel mio caso non per i danni, in quanto lo stabile dove vivo e ho l’attività è stato sempre agibile, ma per la chiusura della zona in quanto rossa”. Adesso Aurora è ripartita e spiega con orgoglio la funzione, anche sociale, di quello che fa. “Abbiamo sempre avuto – aggiunge – appassionati di montagna e di trekking che non ci hanno mai abbandonato e sono tornati non appena sono stati tolti i vincoli della zona rossa e riaperte le strade di accesso. Adesso, però, non ospitiamo solo gli appassionati della montagna ma anche gente che ha avuto la casa distrutta e si appoggia qui da noi per tornare sia pure per brevi periodi. Oppure persone che vengono a trovare amici e parenti e che, sempre per il terremoto, non hanno più un posto dove stare”.

“Combattere la desertificazione – precisa Francesco Balloni, direttore della Cna Picena – è proprio uno degli impegni che come associazione stiamo affrontando. Seguendo e sostenendo attività e impegno come quello di Aurora che lavora come imprenditrice offrendo proprio ospitalità in un territorio che deve far tornare la gente. Come prima e ancora più di prima”. Concetto ribadito da Aurora: “Chi ama la montagna non si stacca da questi posti e la gente viene e torna. In certi periodi dell’anno addirittura c’è molta più richiesta rispetto alle poche persone che ora possiamo ospitare. E vediamo che la gente cerca e si dà da fare proprio perché vorrebbe venire ma non sa dove fermarsi. Questo è sicuramente negativo ma ci fa anche sperare per il futuro perché la richiesta c’è e il fascino di questi luoghi non cambia”. Affittacamere per lavoro, dunque, ma anche per dare una speranza alla montagna del post terremoto. “Mio marito – conclude Aurora – lavora ancora a Milano perché qui le opportunità di lavoro sono purtroppo ancora poche. La speranza per il futuro, per me, coincide con quella della mia terra, ovvero nuove opportunità di sviluppo, di lavoro e di ripopolamento”.