Aziende, serve personale Tante offerte sono precarie

Boom di richieste dalle imprese nella nostra provincia per il periodo aprile-giugno

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Le aziende del Piceno sono sempre più alla ricerca di personale. Nel periodo aprile-giugno, infatti, sono 15.910 le richieste di addetti avanzate dalle aziende e di queste 1.290 solo nel mese di aprile. Quello che fa più riflettere è il tasso di entrata che nella provincia di Ascoli è del 3,1% superiore anche al dato nazionale che si attesta al 3%. Per quanto riguarda i settori le richieste di personale sono pari al 26,8% mentre nei servizi, complice anche la riapertura delle attività turistiche, la richiesta di addetti è del 73,2%. L’analisi è contenuta nel Il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali. I dati derivano dalle rilevazioni mensili del Sistema Informativo Excelsior realizzate da Unioncamere in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro. L’indagine, è inserita nel Programma Statistico Nazionale. Proseguendo nell’analisi relativa alla provincia di Ascoli emerge che sulla base delle categorie professionali, la richiesta più consistente da parte delle aziende è per impiegati, professioni commerciali e nei servizi con un’incidenza del 45,9% sul totale, mentre il 26,4% sono le richieste che interessano gli operai specializzati, conduttori di impianti e macchine, e l’11,8% Dirigenti, professioni specializzate e tecnici. Non mancano però le nubi che si addensano all’orizzonte. Infatti secondo gli esperti di Unioncamere e Anpal, l’impatto sullo scenario macroeconomico della crisi in Ucraina e la significativa crescita dei costi energetici e delle materie prime cominciano a produrre effetti soprattutto sulle imprese manifatturiere. Inoltre, le assunzioni almeno nel periodo iniziale sono all’insegna della precarietà.

Nel complesso il flusso delle assunzioni è caratterizzato da una prevalenza di contratti a tempo determinato, seguono i contratti a tempo indeterminato, i contratti di somministrazione, i contratti non alle dipendenze, i contratti di apprendistato, altre forme contrattuali alle dipendenze e i contratti di collaborazione. Non mancano le imprese che dichiarano difficoltà di reperimento. Come mostra il Borsino delle professioni, le figure per cui la difficoltà di reperimento supera la soglia del 60% sono nell’ordine: artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (65,6%), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (64,6%), fabbri ferrai, costruttori di utensili (63,4%), meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (61,1%).

Vittorio Bellagamba