Bancarotta di Piceno Sviluppo. Tre sindaci assolti anche in Appello

Si tratta di Bruno Formichetti, Giovanni Aliffi e Rosalba Andrenacci. Per gli altri primo grado in corso .

Bancarotta di Piceno Sviluppo. Tre sindaci assolti anche in Appello

Bancarotta di Piceno Sviluppo. Tre sindaci assolti anche in Appello

È approdata davanti alla Corte d’Appello di Ancona parte della vicenda processuale riguardante la bancarotta di Piceno Sviluppo, società consortile costituita come società del patto territoriale industria e artigianato. Anche il processo di secondo grado si è concluso con l’assoluzione "perché il fatto non sussiste" dei tre sindaci di Piceno Sviluppo, tutti difesi dall’avvocato Nazario Agostini. Si tratta di Bruno Formichetti, Giovanni Aliffi e Rosalba Andrenacci che erano già stati assolti dal giudice delle udienze preliminari del tribunale di Ascoli Rita De Angelis il 9 luglio 2021; il processo era stato celebrato con rito abbreviato. Quel giorno, il giudice De Angelis emise una sentenza di non luogo a procedere per Germana Ciccola, presidente del consiglio d’amministrazione di Piceno Sviluppo dal 29 aprile 2005 al 13 luglio 2010, Evasio Cucchiaroni amministratore delegato dal 4 maggio 2007 al 13 luglio 2010, Dante Bartolomei, membro del cda dal 20 aprile 2005 al 13 luglio 2010, in riferimento ai primi tre capi di imputazione; li rinviò invece a giudizio per il quarto capo di imputazione riguardante la bancarotta relativa ai presunti ricavi fittizi per un ammontare di 209 mila euro nei confronti del Polo Energetico. Difesi dall’avvocato Mauro Gionni tutti e tre rivendicano l’estraneità anche a questa accusa. Il processo di primo grado nei loro confronti è in corso davanti al tribunale di Ascoli.

Formichetti era stato indagato in qualità di presidente del collegio sindacale di Piceno Sviluppo dall’11 marzo 2003 fino al fallimento, stesso periodo durante il quale sono stati membri del collegio sindacale Giovanni Aliffi e Rosalba Andrenacci. L’accusa mossa dalla Procura di Ascoli a tutti, tranne Bartolomei, era quella di aver causato, ognuno per le responsabilità derivanti dal ruolo ricoperto, il dissesto della società Piceno Sviluppo falsificando i bilanci societari negli esercizi 2007, 2008 e 2009 attraverso l’appostamento di valori in violazione dei principi contabili eo corrispondenti al vero, celando, di fatto, i reali risultati d’esercizio. In sostanza, secondo la Procura sarebbero stati capitalizzati "impropriamente" nell’attivo dello stato patrimoniale costi d’esercizio relativi agli stipendi di due dipendenti e per consulenze esterne: 82.762 euro nel 2007, 35.434 nel 2008, 39.123 euro nel 2009. In ogni caso, per tutti è caduta l’ipotesi di irregolarità sulla gestione dei costi del personale e delle consulenze affidate ad uno studio privato, che erano state inserite nell’attivo dello stato patrimoniale.

Peppe Ercoli