
Un lavoratore della Beko
È corsa contro il tempo per salvare i 29 lavoratori della Beko di Comunanza che rischiano di perdere il posto. Si tratta degli interinali, ai quali non verrà rinnovato il contratto. Per alcuni di questi, tra l’altro, il rapporto di lavoro cesserà già alla fine di giugno, quindi da martedì. In queste ore si stanno susseguendo diversi incontri tra i sindacati e i vertici dell’azienda, per trovare una soluzione che, allo stato delle cose, sembra molto lontana. A distanza di appena due mesi dalla firma dell’accordo che ha scongiurato la chiusura dello stabilimento piceno, dunque, avvenuta al ministero delle Imprese e del Made in Italy, emergono nuove problematiche. L’obiettivo di alcuni rappresentanti sindacali è quello di provare a prolungare i contratti almeno fino a dicembre. Se questi operai non resteranno, comunque, al loro posto ne subentreranno altrettanti, quindi la forza-lavoro alla Beko di Comunanza sarà sempre la stessa. L’intenzione della multinazionale, però, è quella di trovare una strada per prolungare i contratti, anche per far sì che l’azienda non debba formare, praticamente da zero, nuovi lavoratori. Alcuni di questi 29 operai hanno il contratto in scadenza il 30 giugno, altri a settembre. Alcuni sindacati hanno chiesto alla Beko di assumere a tempo indeterminato i lavoratori i cui rapporti di lavoro scadranno tra pochi giorni. La stessa azienda, però, in questo momento non avrebbe la possibilità di ‘mettere fissi’ questi dipendenti. Anche perché, ad esempio, dalla prossima settimana scatterà anche un periodo di cassa integrazione per alcuni operai, come avvenuto in questi giorni già nello stabilimento di Fabriano. Insomma, neanche il tempo di festeggiare per l’accordo firmato al Mimit che per la Beko riemergono le prime criticità. Da qualche tempo, è opportuno ricordarlo, la legge prevede che i contratti di somministrazione a termine, comprensivi di proroghe e rinnovi, possono avere una durata massima di 24 mesi. In altre parole, è possibile prorogare il contratto, anche senza causale, fino a un massimo di ulteriori 12 mesi, ma sempre nel limite dei 24 mesi complessivi. Alla scadenza di tale periodo, per il datore di lavoro diventa obbligatoria l’assunzione a tempo indeterminato. L’obiettivo dei sindacati, come detto, è trovare una soluzione per mantenere i 29 interinali. Ma il tempo stringe e il 30 giugno è davvero dietro l’angolo.
Matteo Porfiri