Bentornata Quintana, giostra di vita

Flavio

Nardini

Sono cinque anni che abbiamo imparato a dire ’La Quintana è una cosa seria’. Avremmo voluto farne a meno, perché è una frase che in tanti hanno fatto propria dopo la morte di Paolo Volponi, storico tamburino del sestiere di Porta Romano, stroncato da un malore il 29 giugno 2017. Paolo aveva 36 anni e per lui, davvero, la Quintana era una cosa seria. Un impegno quotidiano che caratterizza le vite di tantissimi ascolani, più di quanti riusciamo a immaginare. Ci sono sei sestieri, la gloria arriva solitamente per cavalieri e dame, ma dietro alle giostre, le vittorie e le sconfitte c’è un lavoro pazzesco fatto di organizzazione e prove. Ragazzini che vengono formati, fanno gruppo, crescono insieme. E’ bello da vedere anche per chi, come me, lo ha vissuto sempre da quintanaro non praticante. Grande appassionato ma mai realmente dentro le logiche dei sestieri, lontano dall’impegno quotidiano. Ecco, le gare che sono iniziate ieri sera e che si concluderanno oggi con l’assegnazione del palio di sbandieratori e musici, ci ricordano come la Quintana sia una cosa maledettamente seria. Perché dietro a una bandiera che vola, un tamburo o una chiarina che suonano c’è la passione di una persona. E quando le cose sono fatte con passione, il riconoscimento è dietro l’angolo. Indipendentemente da chi stasera festeggerà con il palio o chi lo farà sabato prossimo per la giostra di luglio. Aver visto di nuovo in questi giorni le prove e ieri sera la prima serata di gare in piazza Arringo rappresenta il miglior biglietto da visita verso la normalità. Una normalità che ad Ascoli è fatta di tradizioni, abiti medievali e un grandissimo spirito di competizione tra i sestieranti. Una normalità che ci era mancata tantissimo. E allora bentornato mondo della Quintana, stasera fa festa un’intera città.