Dal tavolo tecnico consultivo in materia di concessioni demaniali, che si è riunito giovedì pomeriggio nella Sala Verde di Palazzo Chigi, a Roma, è scaturita una lettera-documento da consegnare a Bruxelles in cui risulta che solo il 33% circa delle spiagge italiane sono occupate da concessioni balneari e che, quindi, non vi è scarsità di risorsa naturale da giustificare la messa all’asta come prevede la Bolkestein. La strada sarà ancora lunga ma sicuramente meno accidentata, per cui i balneari sentono di poter guardare al futuro con un certo ottimismo. All’incontro erano presenti tutti i funzionari del Ministero ed i responsabili di tutte le Associazioni sindacali di categoria che da anni lottano contro la direttiva Bolkestein. A livello nazionale i numeri parlano chiaro. Dalla mappatura delle spiagge è emerso che non vi è carenza di risorsa per cui lo Stato italiano potrebbe rilasciare delle nuove concessioni senza mettere a bando quelle esistenti. Un passaggio, questo, dirimente, sancito dalla Bolkestein, la discussa direttiva dell’Unione Europea emanata nel 2006 uscita rafforzata anche dal pronunciamento della Corte di Giustizia Europea dello scorso aprile. Ora c’è attesa per il 24 ottobre quando ci sarà il pronunciamento delle sezioni unite della Cassazione sulla decisione del Consiglio di Stato. "Ognuno di noi ha potuto dare il proprio contributo ai contenuti della lettera che sarà recapitata a Bruxelles e spero accompagnata anche da una nostra delegazione – ha affermato Giuseppe Ricci di ITB Italia, membro del Tavolo tecnico – Nella lettera si spiega anche che la quantità di spiagge libere può essere ancora superiore attraverso il recupero di tratti inquinati, di costa alta, di zone erose, cui aggiungere quelle fluviali e lacuali. Risulta, quindi, che c’è tanto margine, superiore a quello richiesto dalla Bolkestein. Abbiamo chiesto che il Tavolo tecnico demaniale continui ad andare avanti per uniformare le regole, poiché oggi si assiste a Comuni e Regioni che agiscono per proprio conto". Su quello che potrà accadere a Bruxelles, Ricci sembra non avere molti dubbi: "Credo che le richieste dell’Italia saranno accolte, poiché, come abbiamo documentato in modo certosino, rientra nei canoni che ci sono stati richiesti. Non ci potrà essere alcuna motivazione valida per togliere lavoro alle 7.173 concessioni balneari che danno lavoro a circa 400 mila famiglie impegnate ogni anno ad accogliere milioni di bagnanti lungo tutte le coste italiane. Un lavoro che rappresenta il fiore all’occhiello del turismo nazionale. Provo un grande rammarico – la conclusione di Ricci – poiché dopo una vita di lavoro fatta con passione e nel rispetto delle regole, mi trovo ancora a combattere per difendere la mia attività da cui trovano sostentamento anche altre famiglie del territorio".
Marcello Iezzi