Botta e risposta tra difesa e accusa Wick, due settimane per la verità

Morti sospette nella Rsa di Offida, l’infermiere ancora ai domiciliari attende la sentenza che sarà pronunciata il primo giugno. Il pm Monti: "Va condannato all’ergastolo". I legali: "È da assolvere"

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Leopoldo Wick è accusato di 8 omicidi premeditati e 4 tentati omicidi

 

"Leopoldo Wick va condannato all’ergastolo". "No, va assolto da ogni accusa". E’ stata ancora una volta all’insegna dello scontro fra accusa e difesa la penultima udienza del processo a carico dell’infermiere imputato davanti alla Corte d’Assise di Macerata di 8 omicidi premeditati e 4 tentati omicidi premeditati in relazione alle morti sospette avvenute nella Rsa di Offida tra il 2017 e il 2018 attraverso l’indebita somministrazione di farmaci. All’uomo, che ha sempre professato la sua innocenza, sono contestate le aggravanti dell’aver commesso i fatti con mezzi insidiosi, ripetute somministrazioni indebite di insulina e psicofarmaci.

Aggiornamento L’infermiere di Ascoli e le morti sospette: condannato all'ergastolo

La sentenza è attesa per il prossimo 1 giugno, al termine della camera di consiglio che inizierà alle ore 9. Wick potrà ascoltarla ancora da uomo ristretto ai domiciliari, visto che è stata rinviata l’udienza prevista ieri davanti al Riesame riguardante il suo rientro in carcere, sollecitato dalla Procura. Ieri a Macerata erano in programma le repliche. Il procuratore di Ascoli Monti e il sostituto Quaranta hanno ribattuto a quanto sostenuto nella precedente udienza degli avvocati difensori di Wick circa l’inutilizzabilità dei campioni ai fini processuali. E’ un punto molto delicato del processo, poiché se la Corte d’Assise dovesse accogliere la tesi difensiva, verrebbero meno per l’accusa elementi importanti su cui è stata fondata l’inchiesta. "Non c’è nullità né inutilizzabilità degli accertamenti svolti dai periti necroscopi" ha detto il procuratore Monti ripercorrendo le tappe dell’inchiesta e spiegandone i vari passaggi, a partire dall’iscrizione di Wick al registro degli indagati, proseguendo di volta in volta aggiornando la "notizia di reato"; i prelievi e la successiva analisi degli stessi sono da considerare comunque sempre precedente all’iscrizione di Wick al registro degli indagati, per cui non doveva essere "avvisato" di tali accertamenti. "E’ una scelta tipica del giocatore d’azzardo quella fatta dalla Procura e quindi rischiosa" hanno ribattuto gli avvocati Voltattorni e Pietropaolo, difensori di Wick. "Una scelta a nostro giudizio profondamente sbagliata e che rende inutilizzabili i reperti al fascicolo non avendo la difesa potuto partecipare; i campioni non sono più utilizzabili, le analisi non possono essere ripetute a causa di una serie di errori nella catena di conservazione".

Stesso concetto ribadito in punta di diritto dall’avvocato Iadecola, difensore dell’Asur Marche, presente nel processo contro Wick quale responsabile civile.

Peppe Ercoli