"Capitale della Cultura oltre il campanilismo"

Acquaroli: "Tutti consapevoli dell’importanza di questo percorso". Fioravanti: "Il punto di forza maggiore è la nostra piazza"

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Rete, coesione e no al campanilismo. Proprio di quest’ultimo e della necessità di una maggiore solidarietà tra i territori ha parlato il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, durante il suo intervento al talk sulla candidatura di Ascoli a capitale italiana della cultura per il 2024, andato di scena ieri, al teatro Filarmonici. Il governatore, rispondendo alla domanda di Massimiliano Ossini (presentatore dell’incontro) su cosa pensano gli altri territori della candidatura del Piceno, ha dato un po’ l’idea del sentimento che anima le città marchigiane rispetto a questo percorso che ha intrapreso il Piceno. "La nostra è una regione che ha un forte campanilismo, e su questo stiamo lavorando. Il campanile è anche un elemento positivo a volte, perché stimola, crea la capacità e la voglia di rivalsa di uno sull’altro, però diventa un limite quando non si riesce a percepire come una sfida comune, quando il territorio vicino diventa l’avversario anziché l’alleato su alcune sfide. Ma credo che tutti siano consapevoli dell’importanza di questo percorso perché ci dà una centralità che a noi mancava".

Ha parlato invece dei punti di forza sui quali punta Ascoli per riuscire ad ottenere il titolo di capitale italiana della cultura per il 2024, il sindaco Marco Fioravanti. "Sicuramente il punto di forza maggiore – dice il primo cittadino – è la nostra piazza, una delle più belle in Italia e in Europa. Inoltre sentiamo la grande presenza della Regione. Forse è la prima volta nella storia che il Piceno la vede molto vicina con politiche attive per il rilancio del territorio. Ma i punti di forza sono molti, la bellezza romantica, l’aspetto spirituale ed emozionale, la storia e l’opportunità di collegare tutti i comuni della provincia".

Il pomeriggio al Filarmonici, che si è aperto con la performance musicale di Emiliano D’Auria ‘In Equilibrio’ con Luca Aquino, ha visto la presenza in platea del critico d’arte Vittorio Sgarbi, del vescovo Gianpiero Palmieri, dell’assessore alla cultura della Regione, Giorgia Latini (salita anche lei sul palco insieme ad Acquaroli e al sindaco) e di tante altre autorità civili e istituzionali. Assente l’ambassador per la candidatura, il paesologo Franco Arminio, che però ha voluto far sentire la sua presenza con un video. "Quando sono stato ad Ascoli – dice – ho avuto una bella sensazione di fervore, c’è un’attenzione al futuro, a capire cosa potrebbe diventare la città. Io penso che il dossier sia molto ben concepito, e penso che Ascoli abbia le carte in regola per essere proclamata capitale italiana della cultura".

Lorenza Cappelli