Ascoli, 28 agosto 2018 - Il Comune revoca il contributo per l’autonoma sistemazione e finisce in tribunale. Nella giunta che si è riunita ieri, infatti, è stato deciso di costituirsi nel giudizio che è stato promosso davanti al Tar Marche da una persona che aveva ottenuto il contributo e se l’era poi visto revocare dal Comune. La richiesta è semplice: annullamento, previa sospensiva, della revoca del Cas che è stata disposta a giugno di quest’anno. Inoltre, si chiede al tribunale amministrativo di non riconoscere all’Arengo la restituzione della somma erogata fino al momento della revoca.
L’Arengo da tempo è al lavoro su questo fronte: nei mesi scorsi alcune istanze erano state giudicate degne di approfondimento e di queste almeno il 25% sono state considerate corrette, con la conseguente riattivazione del beneficio sospeso; un ulteriore 25%, dopo aver ricevuto la richiesta di chiarimenti e integrazione documentale, ha optato per la restituzione delle somme ricevute avendo compreso l’esatta interpretazione dell’ordinanza 388 del 2016 della Protezione Civile. Il restante 50% ha ricevuto la nota di revoca del contributo con richiesta di restituzione dei contributi già percepiti. Quest’ultimo è il caso che ha portato al ricorso al Tar contro il Comune.
Tutto comincia a giugno, quando il dirigente del Settore politiche sociali, dopo l’esame delle controdeduzioni presentate, ha disposto la revoca del contributo di autonoma sistemazione riconosciuto a fine 2016: il motivo della decisione del dirigente, si spiega nel documento istruttorio che l’Avvocatura comunale ha elaborato a supporto della delibera di giunta, era tutto nell’insussistenza dei "presupposti previsti dalla legge con riferimento all’utilizzo continuativo e abituale dell’immobile dichiarato inagibile a causa del sisma".
Cioè, secondo il Comune, questa persona non abitava in modo stabile nell’edificio che poi è risultato danneggiato. All’inizio di agosto a palazzo Arengo è arrivata la notifica del ricorso, con cui è stata impugnata davanti al Tar la revoca, con la richiesta anche dell’accertamento del diritto a percepire il Cas e a non restituire al Comune le somme già percepite. Dal canto suo, come sottolinea l’avvocatura, l’Arengo è convinto di aver svolto la sua attività amministrativa in modo corretto e legittimo e quindi sarà il tribunale a stabilire da che parte sta la ragione. Sempre ieri, in giunta, sono arrivati due via libera: al progetto di riqualificazione della palestra di atletica pesante e all’intitolazione a Walter Scalabroni del giardino che si trova davanti alla chiesa di piazza Immacolata.