GIUSEPPE ERCOLI
Cronaca

Cassazione, riparte il caso Wick. Il pm Monti: "Non sono sorpreso"

Il procuratore capo dopo l’annullamento dell’assoluzione: "Ne ero sicuro"

Il procuratore capo dopo l’annullamento dell’assoluzione: "Ne ero sicuro"

Il procuratore capo dopo l’annullamento dell’assoluzione: "Ne ero sicuro"

"Non mi aspettavo qualcosa di diverso dalla sentenza della Cassazione: sono stato sempre certo della piena correttezza delle indagini preliminari e del completo rispetto durante tutte le fasi del procedimento delle garanzie difensive". Così il procuratore di Ascoli Umberto Monti commenta le motivazioni con cui la Cassazione ha annullato la sentenza assolutoria emessa dalla Corte d’Appello di Ancona, disponendo un nuovo processo per Leopoldo Wick, l’infermiere ascolano accusato di omicidio e tentato omicidio per il caso delle morti sospette alla Rsa di Offida. Diversamente da quanto espresso dai giudici di secondo grado, per la Suprema Corte non c’è stata nessuna lesione dei diritti di difesa durante le indagini e la prova scientifica raccolta – prelievi e analisi, consulenze tecniche – è pienamente utilizzabile. "La Cassazione ha anche parlato di palese errore di diritto nel ritenere il contrario come ha fatto la Corte di Ancona, che ha mostrato ’di confondere sull’argomento piani concettuali profondamente diversi tra loro, trascurando di considerare le significative distinzioni elaborate da sedimentati orientamenti giurisprudenziali’" sottolinea Monti rimarcando il confronto tra "l’articolata motivazione della sentenza della Corte di Macerata con quella di Ancona, che mi aveva fin da subito convinto della inevitabilità dell’annullamento della sentenza di assoluzione. Ritenevo pressoché sicuro l’annullamento della sentenza di Ancona, anche per i concomitanti plurimi e obiettivi travisamenti della prova, tutti sottolineati ora dalla Cassazione, alcuni dei quali davvero evidenti. Come l’aver affermato che vi era stata una sola autopsia quando le autopsie erano state invece due (come "desumibile già dal capo di imputazione" ricorda la Cassazione) e omettendo quindi ogni valutazione e motivazione sulla seconda autopsia; e per le evidenti e importanti carenze di motivazione, tutte ora puntualmente rilevate dalla Cassazione per ciascuno degli otto casi. Insomma – conclude Monti – mi sembra una restituzione delle prove raccolte e della sentenza di condanna di Macerata ad una nuova valutazione, libera da errori in diritto e da travisamenti delle prove".

p. erc.