Castelli: "La decisione nasce da ragioni legate alla sicurezza"

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Sulla questione delle case di Pescara del Tronto ricostruite a Piedilama interviene anche l’assessore regionale castelli che ha la delega alla ricostruzione. "L’impossibilità di ricostruire Pescara ’com’era e dov’era’ nasce da documentate e oggettive ragioni di sicurezza collegate alla morfologia del sito e dal fatto che lungo il fosso Cavone passa una faglia. Sarebbe stato veramente un azzardo e un rischio incalcolabile ricostruire lì Pescara" spiega Guido Castelli. Da qui l’esigenza di avviare un percorso partecipato. "Questo è accaduto proprio per far sì che la delocalizzazione fosse ispirata ad una logica di adeguatezza, di ascolto e di giusta solidarietà nei confronti del popolo di Pescara. Sotto questo punto di vista – sottolinea Castelli - confermo che il Comune di Arquata si è posto in una posizione di ascolto e la soluzione proposta è quella che ad oggi la Regione ha accettato perché è sembrata rispettosa del diritto di tutta la popolazione di Arquata di continuare a credere nel futuro". L’area di delocalizzazione individuata a Piedilama è di 11.400 mq di cui 4.700 mq (il 41%) all’interno del Parco. La superficie coperta è di 3.100 mq (27%) con un incremento rispetto all’esistente del 22%. Sono 53 le unità immobiliari delocalizzate da Pescara del Tronto; 10 aggregati al progetto di delocalizzazione. Gli edifici saranno di 23 piani in base all’andamento del terreno. Il sito di Piedilama ha avuto più preferenze da parte dei cittadini di Pescara rispetto agli altri proposti e conseguentemente l’amministrazione comunale ha deciso di confermare tale scelta attraverso l’approvazione del DDR".

p. erc.