Cena fascista Acquasanta Terme, il Pd: "Fioravanti si dimetta"

L’associazione partigiani: "Il sindaco non è persona gradita a San Marco". Agostini: "Anche gli altri amministratori presenti facciano un passo indietro"

Il sindaco Fioravanti

Il sindaco Fioravanti

Ascoli, 31 ottobre 2019 - «Dimissioni subito»: il Partito Democratico chiede un passo indietro al sindaco Fioravanti, dopo la sua presenza alla cena ad Acquasanta, dove il menù che ricordava la marcia su Roma e con le immagini di Mussolini ha scatenato il putiferio politico. E l’Associazione partigiani prende subito un provvedimento: «Come Anpi – ha detto il presidente provinciale Pietro Perini – non permetteremo al nostro sindaco di tornare a San Marco, perché non è un posto che compete a chi celebra la marcia su Roma».

Lo stesso Perini spiega che il Prefetto ha già fatto le prime mosse: «Mi ha telefonato questa mattina (ieri, nda ) e mi ha detto che ha attivato le forze dell’ordine per le indagini del caso. Mi ha assicurato che le indagini sono in corso e si farà piena luce». Il Pd, insieme ad associazioni e forze politiche (presenti Emidio Nardini di Ascolto&Partecipazione e rappresentanti di Articolo 1, Anpi, Italia Viva), non ha dubbi: nessuna goliardata, ma quella cena è un fatto grave che richiede un passo indietro.

«Quando un pubblico ufficiale va contro la Costituzione – sostiene l’ex deputato Luciano Agostini – c’è la condanna. Immaginate se un Prefetto, un questore o un uomo delle forze dell’ordine facesse un gesto contro la Costituzione tale da non garantire più la sicurezza dei cittadini: ci sarebbero le dimissioni immediate, anche per molto meno. Quando uno presta giuramento, o si è coerenti con quell’atto o si è traditori: uso i loro stessi termini. Quindi se ha tradito quel giuramento, il sindaco deve trarne le conseguenze. Per chi non ha giurato, ma è uomo delle istituzioni, credo che Piunti e Stangoni debbano prendersi la responsabilità di agire nei loro confronti. Non dobbiamo fermarci all’interrogazione, ma vorrei che si trasformasse in una mozione: c’è tanto civismo che ha votato questo sindaco, vorrei quindi vedere la loro coerenza di fronte a una mozione di questo tipo. C’è anche chi prima era nelle nostre fila, vedremo come si comporterà». L’idea del Pd è di presentare un’interrogazione (già oggi) e poi trasformarla in mozione, così da discuterla subito. Il più duro è Pietro Perini, presidente provinciale dell’Anpi: «Tolleranza zero, è ora di finirla. Non è possibile assistere a episodi simili e sdoganarli come nostalgia, goliardate, ragazzate: questo è fascismo, nient’altro. I nostalgici hanno l’età dei nostri partigiani, queste sono le nuove leve: ignoranti che non sanno cos’è accaduto nel loro Paese. Abbiamo incaricato l’avvocato Gionni di andare in fondo a questa storia. Non mi va di essere preso in giro da Fioravanti e dagli altri, che dicono di dissociarsi: il giorno dopo? Se vedi quel menù ti alzi e te ne vai. Capriotti diceva che hanno utilizzato uno stemma piccolo: e le pareti tappezzate di bandiere? Basta essere presi in giro». Duro anche il capogruppo dem in consiglio, Francesco Ameli: «Qualcuno cerca di derubricare il fatto a qualcosa di localistico, a una goliardata, invece è quanto di più grave può accadere in un territorio medaglia d’oro per la Resistenza».