Centrale green per far rinascere Capodacqua

L’impianto idroelettrico sarà inaugurato a breve: "Con componenti derivanti dallo scarto del riso"

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Una centrale idroelettrica innovativa, efficiente e assolutamente ’green’. A questo stanno lavorando i tecnici e gli operai di Enel Green Power a Capodacqua, una delle frazioni di Arquata lesa dal terremoto del 2016. Se tutto andrà bene l’impianto verrà inaugurato a primavera 2023. La centrale di Capodacqua esiste sul territorio dal 1906, per cui è un impianto che può essere definito secolare. E’ stato bombardato dai tedeschi nel 1943 mentre, durante la seconda guerra mondiale, risalivano verso il nord dell’Italia. E’ stato quindi ricostruito nel 1947. In fondo anche nel 2016 è come se una nuova guerra lo avesse attaccato, stavolta però con il nemico non armato di dinamite e fucili, ma con le non meno potenti e devastanti scosse di terremoto che lo hanno gravemente danneggiato. Enel Green Power allora ha raccolto l’appello della popolazione di Capodacqua e sta ricostruendo la centrale in un rapporto di grande e significativa simbiosi con la popolazione locale che mai ha abbandonato il paese, pur non potendoci più risiedere, almeno finché non saranno ricostruite le abitazioni.

"Quello che vogliamo dare oggi è sicuramente un taglio più moderno anche in linea con la sostenibilità, criterio imprescindibile quando si interviene in montagna" spiega l’ingegnere Giuseppe Cutano, senior project engineer di Enel Green Power. "Vogliamo che l’Appennino sia protagonista anche attraverso queste nuove tecnologie. La tecnologia idroelettrica ha più di un secolo, ma anche noi oggi possiamo contribuire a fare qualcosa di più moderno". L’edificio viene infatti costruito in bioedilizia, con scarti del legno. "E’ praticamente un’anteprima mondiale perché è la prima centrale ad essere costruita con componenti derivanti anche dallo scarto del riso, quindi con tutti i concetti di economia circolare che sono di grande attualità – aggiunge Cutano –. L’utilizzo di materiali naturali ci ha permesso di costruire l’edificio in pochissimi giorni, senza contare che il legno è un materiale che dal punto di vista sismico è altamente performante e capace di reagire in maniera efficace in caso di malaugurate scosse di terremoto". Quando sarà alla massima produzione l’impianto potrà fornire energia elettrica a circa 700 famiglie, consentendo contestualmente di far risparmiare 800 tonnellate l’anno di Co2. "Ciò significa che l’impatto sull’ambiente sarà importante e questa energia rinnovabile – conclude l’ingegner Cutano – sarà la stessa energia che guiderà la ricostruzione nel cratere sismico, contribuendo anche alle altre centrali che già ci sono sul territorio".

Peppe Ercoli